Col Decreto del ministero dello Sviluppo Economico sono state aggiornate le modalità di accesso, di concessione e di erogazione delle agevolazioni relative ai “contratti di sviluppo” (rendendole coerenti con le nuove norme in materia di aiuti di Stato di cui al Regolamento Ue n. 615/2014). I “contratti di sviluppo” sono strumenti utili a favorire importanti investimenti atti a rafforzare la struttura produttiva del Paese, con particolare riferimento alle aree del Mezzogiorno, mirando così a corroborarne la ripresa e donare nuova linfa vitale alla produzione nostrana, considerata d’eccellenza per antonomasia.
Le iniziative riguardanti il settore industriale, quello commerciale, quello turistico e quello della trasformazione e commercializzazione dei prodotti potranno così godere delle agevolazioni portate dai “contratti di sviluppo”. Questi saranno gestiti da Invitalia-Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, che agisce con l’obiettivo di accrescere la competitività del Paese e che segue le direttive impartite dal ministero dello Sviluppo economico (a cui è comunque affidata un’attività di monitoraggio costante).
Possono godere delle agevolazioni previste dai “contratti di sviluppo” le grandi, medie o piccole imprese, sia italiane che estere, le cui iniziative promuovano progetti di investimento nelle aree di cui all’articolo 87, paragrafo 3, lettera a) e c) del trattato Ce. Ciò è valido anche per le aree diverse da quelle sopradette, ma le grandi imprese -se i progetti di investimento promossi in tali aree riguardano la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli- devono occupare meno di 750 dipendenti o avere un fatturato inferiore a 200 milioni di euro.
Le unità produttive e gli altri beni acquistati o conferiti nell’ambito dei “contratti di sviluppo” sono soggetti a perizie di stima circa il loro valore e, fra i soggetti titolati a redigerle, il Dm 9 dicembre 2014 espressamente indica gli iscritti nell’Albo degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, ai quali si apre così una nuova opportunità di lavoro (per quanto di nicchia).
“È un importante risultato -commenta Roberto Orlandi, presidente del Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati- soprattutto perché conferma la capacità peritale ed estimativa dei professionisti agrotecnici, particolarmente in campo immobiliare. Ciò valorizza anche il recente accordo siglato con l’Abi-Associazione bancaria italiana in materia di perizie immobiliari a garanzia delle esposizioni creditizie e delle regole finalizzate a perseguire obiettivi di trasparenza ed efficienza, oltre che la partecipazione dell’Albo professionale ai Tavoli tecnici presso Abi sulle modalità condivise di perizia, che devono rispondere ai migliori standard internazionali. In questo senso è costante il nostro impegno alla sempre maggiore qualificazione degli iscritti nell’Albo degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati”.
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Fonte: Collegio nazionale degli agrotecnici e agrotecnici laureati