La scarsa campagna olivicola nazionale, che si è attestata ben al di sotto delle 300mila tonnellate, ha innegabilmente messo in difficoltà i produttori olivicoli e la filiera del settore, acuendo quest’anno una situazione di carenza della produzione che tuttavia, anche se con entità di anno in anno diversa, esiste da anni in Italia. Nonostante l’eccezionalità di quest’anno, infatti, l’Italia non è un Paese autosufficiente: il fabbisogno annuale di consumo di olio di oliva degli italiani (circa 600mila tonnellate) è da sempre più elevato della produzione nazionale, e a questo deve aggiungersi quello necessario a garantire l’esportazione dei prodotti made in Italy in tutto il mondo (circa 400mila tonnellate).

"Come ogni anno - fanno sapere Assitol e Federolio in un comunicato congiunto - le aziende olearie valorizzeranno al meglio la produzione 100% italiana disponibile, e nel contempo selezioneranno e accosteranno i migliori oli di produzione estera, esaltando e valorizzando le diverse cultivar sul mercato per continuare ad offrire ai consumatori italiani prodotti di qualità e con le caratteristiche organolettiche a cui è abituato".

Le aziende che operano nel settore del confezionamento e del commercio dell’olio di oliva, alcune da centinaia di anni e con marchi storici, vantano infatti una profonda competenza e tradizione nell’arte del “blending”: una fase importantissima del processo di produzione, che si fonda sulla capacità di unire oli extravergine di provenienza e cultivar diverse - e dunque con caratteristiche tra loro differenti (amaro, piccante, dolce, fruttato) - per creare accostamenti che esaltino i pregi delle diverse componenti, ottenendo un prodotto equilibrato sotto il profilo organolettico e nel complesso superiore rispetto alle singole componenti.

Assitol e Federolio sono profondamente convinte della necessità di fronteggiare, con interventi strutturali di lungo periodo, la situazione in cui da tempo versa ormai il comparto della produzione olivicola nazionale, che rischia di ridurre sempre di più la capacità produttiva del nostro Paese. Miglioramento della competitività dell'olivicoltura, modernizzazione, miglioramento e tutela della qualità della produzione, tracciabilità sono i temi su cui si gioca il futuro di uno dei più importanti settori dell’agroalimentare italiano.