Il rapporto Adepp (l’Associazione delle Casse di previdenza dei professionisti), presentato l'11 dicembre scorso a Roma, ha evidenziato la preoccupante diminuzione del fatturato dei liberi professionisti, ed in particolare di quelli dell’area tecnica, però con una eccezione: riferita agli agrotecnici e agli agrotecnici laureati i cui redditi (nell’anno preso in esame, il 2013) risultano aumentati di un rotondo +6,02%. Il dato risalta ancor di più se messo a confronto con quello dei fatturati dichiarati dalle altre categorie tecniche: geometri -5,69%; ingegneri e architetti (Inarcassa) -4,67%; agronomi e forestali e geologi (Epap) -1,00%; periti industriali +,099%.

Quello degli agrotecnici non è un dato estemporaneo, ma costante negli anni. Infatti, proprio nei giorni scorsi, la Cassa previdenziale degli agrotecnici ha approvato il bilancio preventivo 2015; con la premessa che il bilancio preventivo viene predisposto sulla base delle “dichiarazioni contributive” (che indicano i fatturati reali) del 2014, e dunque con apprezzabile veridicità, l’incremento complessivo dei redditi 2015 sul precedente preventivo 2014 è del 17,50%.

Il successo della professione di agrotecnico, crescente nel tempo sia come numero di candidati agli esami abilitanti (dove gli agrotecnici risultano essere i primi nel settore) che come redditi, costantemente in aumento, è dovuto ad un progetto di sviluppo portato avanti insieme sia dalla Cassa che dal Collegio nazionale.

Uno dei pilastri di questo progetto di sviluppo è rappresentato dalla recente sentenza del Consiglio di Stato n. 3859/2014 che ha riconosciuto alla Cassa agrotecnici, per la prima volta in assoluto nella storia della previdenza italiana, la possibilità di rivalutare i contributi previdenziali in misura maggiore dell’indice di legge, con l’ulteriore specificazione che per gli agrotecnici questo aumento è retroattivo dal 2011. L’effetto è stato quello di rivalutare, nel triennio 2011-2013, i contributi previdenziale del +95% rispetto a qualunque altra Cassa di previdenza.

Nel 2014 - ha commentato Roberto Orlandi presidente del Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati - gli effetti di questa congiunta “politica di sviluppo” della professione si vedranno, se possibile, ancora di più. Infatti, per la prima volta, la rivalutazione dei contributi previdenziali sarà per tutte le Casse negativa (precisamente -0,1927%) purtroppo con il risultato di diminuire addirittura il risparmio previdenziale già accumulato. Una situazione paradossale, dalla quale però - unici fra tutti - sfuggono gli agrotecnici: per loro infatti anche nel 2014 la rivalutazione sarà del +1,50%, così garantendo loro pensioni più adeguate e un sereno orizzonte previdenziale”.

Nel grafico, con il colore nero, è indicata la rivalutazione dei contributi previdenziali di tutte le Casse di previdenza (Inps compresa), in costante diminuzione dal 2009 ad oggi, e in arancione la rivalutazione applicata dalla Cassa di previdenza degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati ai propri iscritti.