“Assopa - afferma Emiliani - ha saputo generare fiducia per il produttore con i primi segnali di organizzazione di prodotto, costituendo il cosiddetto sistema Bologna, fatto di una patata tipica (ora diventata Dop) e di una Borsa patate: una differenziazione e una identificazione che ci permette di essere considerati come riferimento nei confronti delle altre zone di produzione anche europee (Francia), per il valore del prodotto e per la qualità dello stesso. Ad esempio, Selenella e La Patata di Bologna Dop sono due realtà fondamentali per distinguerci dalle altre produzioni e spero di sviluppare questi marchi sempre di più nell’interesse dei produttori.
L'Associazione ha avuto un ruolo importante per l’erogazione dei contributi da parte del ministero, legati allo stoccaggio del prodotto che ha permesso importanti investimenti per le strutture di conservazione diluendo e permettendo una commercializzazione per quasi dodici mesi all’anno. Inoltre,in questi anni ha avuto anche ruolo di certificazione d’origine del prodotto destinato alle industrie di trasformazione, compito importante e che sicuramente laddove ci fossero condizioni economiche favorevoli per il produttore alla coltivazione di patate per questa destinazione, l’Assopa si impegnerà a proporre e sviluppare questo settore che comunque in passato ha “mosso” volumi importanti in questa direzione".
Per Assopa un Cda giovane che assesta l’età media a 49 anni: età tutto sommato giovane per il settore, che si addice ad un programma che porterà Assopa verso un rinnovamento del sistema associazionistico pataticolo che dovrà vedere la luce entro breve tempo, anche se le normative nazionali non sono ancora ben definite. La legislazione regionale e la futuribile normativa europea, impongono alle Op un nuovo regime di rappresentanza del prodotto, sempre più orientato alla detenzione e commercializzazione diretta e ciò renderà necessaria una riorganizzazione della base associativa di Assopa che verrà proposto a breve agli associati. Assopa con quasi 10 milioni di euro di valore della produzione diretta in massima parte scaturito dal contratto quadro regionale firmato con Appe, e oltre 25 milioni di fatturato indiretto rappresentato dal valore del prodotto liquidato ai soci dalle cooperative associate, si pone ai vertici dell’associazionismo pataticolo regionale.
L'associazione si appresta ad affrontare un nuovo corso, consapevole delle innumerevoli difficoltà date dalla recessione economica, ma con la certezza che la qualificazione della produzione sarà un motivo di differenziazione commerciale di prodotto di cui il produttore deve essere attore e beneficiario. Nuove tecnologie che dovranno essere integrate nel sistema di lavoro e la rintracciabilità “dell’origine certa” della produzione pataticola, garantiranno da un lato la riduzione dei costi di gestione della Op, e la certezza di provenienza delle patate regionali dall’altro.
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Fonte: Assopa