È per questo che Agrinsieme chiede al Governo che si attivi per intervenire sulla Commissione Europea con urgenza.
Da settimane si assiste ad una pesantissima crisi della frutta dovuta alla contemporanea maturazione nei principali paesi produttori delle stesse tipologie di prodotti. Ciò comporta un crollo dei prezzi alla produzione. Per dare l’idea della crisi, oggi un chilo di frutta estiva, per coloro che hanno la possibilità di raccogliere il prodotto, viene pagato al produttore dai 15 ai 20 centesimi di euro, molto al di sotto dei costi di produzione.
La crisi dei prezzi non è una calamità legata alle condizioni climatiche negative; è un serio problema per le imprese agricole e per tutti i lavoratori impiegati. Sono infatti oltre 100.000 le persone occupate per attività diretta nella frutta estiva, senza considerare l’indotto. Per la crisi della frutta estiva risultano oggi a rischio almeno 10 milioni di giornate di lavoro.
"La forte deperibilità dei prodotti estivi, la limitata possibilità di stoccaggio e i picchi produttivi ben definiti - nota Agrinsieme - richiedono infatti la massima tempestività ed urgenza in termini di tempo e volumi di ritiro".
"I produttori e le cooperative di Italia, Francia e Spagna stanno sollecitando i funzionari comunitari per avere in tempi celeri la procedura di intervento Se i tempi burocratici impediranno l’attivazione delle misure già previste in sede comunitaria e per le quali esistono già risorse stanziate che l’Europa deve solo destinare all’Italia, non si potrà far finta di nulla. Ci saranno precise responsabilità".
Agrinsieme annuncia che gli operatori del settore, imprenditori e lavoratori, saranno presenti a Roma mercoledì 30 luglio, per sensibilizzare l’opinione pubblica anche attraverso la distribuzione di frutta, e così sostenere l’azione del governo italiano in sede comunitaria.
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Fonte: Fedagri - Confcooperative