La Giunta regionale chiede al Parlamento e al Governo una nuova legge sul commercio del riso, in modo che sia obbligatoria l’etichettatura del prodotto, in grado di garantirne la tracciabilità e la trasparenza della filiera. Inoltre si chiede al Governo di premere sulla Unione Europea perché venga applicata la clausola di salvaguardia, in modo che siano sospesi i dazi zero di cui godono le importazioni dai paesi meno avanzati, in particolare in questo settore Cambogia e Myanmar.
“Credo che la liberalizzazione del commercio, che è la direzione verso la quale guardare per il nostro futuro, sia stata gestita con insufficiente attenzione, soprattutto considerando la crisi economica che stiamo vivendo - spiega Sergio Chiamparino - Per questo come presidente della Regione voglio esortare il nostro Governo ad assumere una posizione più decisa a Bruxelles, chiedendo che l’Unione Europea adotti la clausola di salvaguardia delle importazioni, di cui potrà beneficiare anche uno dei prodotti d’eccellenza del nostro territorio, il riso vercellese”.
“Tutelare e valorizzare la nostra risicoltura non significa solo difendere un settore storico dell’agricoltura piemontese, che occupa oltre 8 mila addetti in circa 2500 aziende - aggiunge l'assessore Ferrero - Significa anche tutelare il prodotto italiano e il consumatore; troppo spesso nelle scatole di riso a marchio italiano si trovano risi che vengono da fuori Europa e su cui non ci sono garanzie sufficienti sulla qualità e sulla sicurezza alimentare, non essendoci obbligo di etichettatura e di tracciabilità”.
Il Piemonte, con i suoi 120 mila ettari coltivati (la metà della superficie coltivata in Italia), e con le sue oltre 840 mila tonnellate di riso (1,4 milioni di tonnellate il dato nazionale) rappresenta il cuore per qualità e quantità della risicoltura nazionale.
“E’ necessaria una nuova legge che svecchi i meccanismi di mercato e tuteli davvero le nostre produzioni e i consumatori” conclude Ferrero.
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Fonte: Regione Piemonte