Il 2013 si è chiuso con un bilancio positivo per Apo Conerpo che ha collocato sul mercato oltre 900.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi, sviluppando un volume d’affari pari a 723 milioni di euro.

Un risultato senza dubbio importante – sottolinea il presidente del gruppo leader europeo dell’ortofrutta fresca, Davide Vernocchianche perché ottenuto in un anno in cui la crisi economica si è ulteriormente aggravata provocando una nuova contrazione dell’occupazione e, quindi, dei consumi, anche di frutta e verdura”.

La domanda e l’offerta di prodotti sono state condizionate anche dall’anomalo andamento climatico con una primavera (da aprile a giugno 2013) caratterizzata da piogge intense e forti abbassamenti termici con ripetute grandinate ed un’estate (da luglio in avanti) con scarse precipitazioni e temperature molto elevate. Tutto ciò non ha impedito però al Gruppo Apo Conerpo di mantenere il conferimento dei soci stabile a 948.000 tonnellate (+0,11% sul 2012), di cui 376.000 tonnellate di frutta e 572.000 di ortaggi e patate. Nonostante l’insoddisfazione per i risultati ottenuti su alcuni prodotti, come le pere, per le quali le aspettative a inizio campagna erano superiori, il volume d’affari totale è aumentato di oltre 11 milioni di euro rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 723 milioni di euro (+1,5% sul 2012).

Il bilancio nell’insieme positivo registrato nel 2013 – prosegue Vernocchi – è frutto, tra l’altro, delle politiche commerciali vincenti adottate dal Gruppo che, attraverso le società Alegra, Naturitalia e Valfrutta Fresco, ha puntato con decisione sull’export, un canale in grado di garantire una maggiore remunerazione alle produzioni conferite dai soci".
Sono state indirizzate all’estero 121.000 tonnellate di ortofrutta fresca per un valore di quasi 114 milioni di euro (+1%). Ue e Svizzera hanno assorbito il 75% dei prodotti esportati, la Russia e gli altri paesi dell’Europa dell’Est il 18%, l’Asia il 4%, le Americhe il 2% e l’Africa l’1%.

Per quanto riguarda il mercato interno, invece, sono state collocate 158.000 tonnellate per un valore di 126 milioni di euro (+9,7%) presso la Gdo, mentre al mercato tradizionale sono state indirizzate quasi 136.000 tonnellate di prodotto non confezionato per un valore di 90 milioni (+0,4%). All’industria di trasformazione sono state destinate circa 490.000 tonnellate di ortofrutta per un valore di circa 77 milioni di euro (+0,2%); il plusvalore del trasformato ha raggiunto i 316 milioni di euro.

Nonostante i risultati raggiunti siano buoni – riporta il direttore generale, Gabriele ChiesaApo Conerpo ha avviato diverse iniziative per cercare di migliorare la valorizzazione del prodotto dei soci, quali il consolidamento patrimoniale, la riduzione dei costi di funzionamento, il supporto anche finanziario alle cooperative socie, l’aumento degli investimenti nella ricerca e innovazione, la ricerca di nuovi mercati, la promozione di aggregazioni e sinergie per creare reti con le altre imprese del settore”.

La destinazione dell’utile 2012 ad aumento gratuito del capitale sociale e alle riserve indivisibili, unitamente al risultato positivo conseguito nell’esercizio 2013, hanno consentito di portare ad oltre 26,9 milioni di euro il patrimonio netto della capogruppo Apo Conerpo. Tale rafforzamento è fondamentale per affrontare i nuovi investimenti per lo sviluppo del Gruppo nonché per mantenere i programmi di capitalizzazione delle filiali, delle cooperative socie e delle società collegate. Dopo l’intervento effettuato nel 2012 a supporto delle associate Fruit Modena Group e Italfrutta, colpite dal sisma, nel 2013 Apo Conerpo ha attuato un ulteriore progetto di capitalizzazione per sostenere le cooperative Ortofrutta di Grosseto e Copaca di Albinia, quest’ultima pesantemente colpita dall’alluvione del 2012. Con queste operazioni, gli investimenti strutturali della capogruppo realizzati mediante il supporto finanziario e partecipativo nelle cooperative socie e nelle filiali hanno raggiunto i 22,6 milioni.

Vernocchi ha sottolineato l’ulteriore riduzione delle spese generali, "che - ha spiegato - ha consentito di garantire sia il ristorno ai soci (aumentato del 159% rispetto all’anno precedente), che l’aumento degli investimenti nel settore della ricerca, dell’innovazione e della comunicazione”.

Lo sviluppo dell’attività della collegata New Plant nei programmi di miglioramento genetico, di Valfrutta Fresco nella valorizzazione del top di gamma, la partnership con le altre Op socie di Cso nei programmi promozionali sui mercati comunitari (Fruitness, enjoy it!) ed extra comunitari (European flavors), la collaborazione con gli altri soci di Alimos per il progetto “Frutta e verdura: scoprila, gustala, sceglila” e per “Frutta nelle scuole” sono solo alcuni degli esempi degli investimenti realizzati in questi settori, che produrranno benefici duraturi agli associati nei prossimi anni. Sempre in campo promozionale, Apo Conerpo ha anche avviato la programmazione degli eventi che organizzerà nell’ambito di Expo 2015: sette iniziative che coinvolgeranno le filiere più significative della gamma Apo Conerpo, le cooperative socie e le filiali in un’ottica unitaria di valorizzazione dei prodotti dei soci e dei territori.

Vernocchi e Chiesa hanno ricordato l’incremento della penetrazione sui mercati esteri per cercare sbocchi nuovi e più remunerativi, compito affidato alle filiali Alegra e Naturitalia.
"Tale azione - hanno detto - ha permesso di aumentare dal 25% al 29% il prodotto da mercato fresco destinato all’esportazione e di far salire a 50 il numero di paesi esteri riforniti, traguardo particolarmente importante considerando le limitazioni che ancora persistono in molti stati sotto forma di barriere fitosanitarie. In quest’ottica, dopo un lungo lavoro svolto insieme a Cso ed Assomela, è stato possibile aprire il mercato degli Stati Uniti alle mele e pere italiane".

Uno sguardo al futuro: tra le attività del prossimo triennio, Apo Conerpo continuerà a concentrarsi su supporto alla ricerca, innovazione e sperimentazione per migliorare costantemente le produzioni ed aumentare la difesa dalla fitopatie; la valorizzazione delle produzioni dei soci utilizzando la grande notorietà dei marchi anche per l’ortofrutta fresca; l’internazionalizzazione delle vendite cercando di rimuovere i vari ostacoli che in alcuni Paesi impediscono ancora l’ingresso ai prodotti made in Italy.