Si è tenuta ieri l’audizione informale dei rappresentanti dell’Istituto nazionale di economia agraria, Inea, alla XIII Commissione permanente (Agricoltura) della Camera dei deputati nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 302 Fiorio, recante la riforma della normativa nazionale sull’agricoltura biologica, della proposta di regolamento dell’Unione europea relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici (Com (2014) 180 final) e della Comunicazione della Commissione europea - Piano d'azione per il futuro della produzione biologica nell'Unione europea (Com (2014) 179 final), recante disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico.

La relazione dell’Inea ha sottolineato la necessità di garantire, a livello comunitario, nazionale e regionale, la coerenza interna ed esterna di tutte le politiche rispetto ai numerosi fabbisogni del settore biologico italiano. Ha inoltre evidenziato che la riforma del Reg. Ce 834/2007 sarà uno dei principali dossier agricoli del semestre italiano, e che è pertanto opportuno che l’Italia pervenga in tempi rapidi a una posizione condivisa a livello nazionale che la metta nelle condizioni di orientare - e possibilmente chiudere - la riforma sotto la propria presidenza.

Nel merito della riforma, l’Inea ha espresso un giudizio globalmente positivo pur evidenziando la necessità di ricercare un equilibrio tra l’approccio rivolto al rafforzamento dei princìpi e un approccio volto all’ampliamento del mercato. Le principali questioni riguardano l’eliminazione delle deroghe, necessarie nella fase iniziale di sviluppo del settore, ma che può costituire una barriera tecnica e un costo finanziario laddove il comparto dei mezzi tecnici bio è poco o nulla sviluppato e pertanto dovrebbe essere graduale e accompagnata da azioni per favorire lo sviluppo dei mezzi tecnici; la conversione completa delle aziende, che può comportare una contrazione della produzione delle aziende miste e scoraggiare la conversione di nuove aziende; il limite di 5 ha troppo basso e quindi poco incisivo per la certificazione di gruppo per le piccole aziende; la problematicità dell’aumento della quota di provenienza regionale dei mangimi, soprattutto nel nostro Paese per la carenza di proteine vegetali biologiche di produzione nazionale. In tutti questi casi è opportuno che la riforma sia accompagnata con opportuni interventi attraverso il Piano nazionale e la politica di sviluppo rurale.

Infine è stato evidenziato come l’eccessivo ricorso agli atti delegati da parte della Commissione renda opaco il quadro normativo e dia incertezza agli operatori. L’Inea ha valutato positivamente la proposta di Testo unico (Tu) in discussione in Commissione ma ha sottolineato la necessità di un’azione legislativa coordinata con gli orientamenti per il futuro Piano di azione nazionale.
L’Inea è stata rappresentata dal Commissario straordinario, professor Giovanni Cannata, e da Carla Abitabile e Annalisa Zezza.