L’agricoltura concorre a rallentare l’inflazione, che tocca un nuovo minimo a marzo, ma le buste della spesa rimangono sostanzialmente vuote. La riduzione netta dei prezzi di frutta e verdura fresca, che calano rispettivamente del 3,9 per cento e del 6,5 per cento tendenziali, contribuisce a evitare rincari sulla voce alimentare ma non modifica per nulla la situazione depressiva dei consumi. Prima di tutto quelli per la tavola.

Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat.

"Nonostante da novembre a oggi la corsa dei prezzi si è praticamente dimezzata, la domanda interna resta molto debole - osserva la Cia - Gli italiani, cioè, sono costretti a praticare ancora una “spending review” sul cibo, tanto che se nel 2007 mettevano nel carrello 5 prodotti alimentari, ora ne prendono soltanto due".
Secondo il rapporto Cia-Censis, al supermercato l’85 per cento degli italiani cerca di eliminare ogni spreco ed eccesso. Inoltre, il 73 per cento riorganizza la spesa alimentare puntando quasi esclusivamente su offerte e promozioni. Ma soprattutto, con la spinta verso il low cost e i discount, solo il 23 per cento oggi guarda alla marca come un elemento di garanzia di qualità.