La criminalità organizzata trova terreno fertile nel tessuto economico indebolito dalla crisi con l’agroalimentare che è diventato nel 2014 un'area prioritaria di investimento della malavita che ne comprende la strategicità perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrare in modo capillare la società civile, dai campi ai banchi dei supermercati, fino a ristoranti e pizzerie.

Per contrastare questo fenomeno nasce in Italia la Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare". L'iniziativa è promossa da Coldiretti con la presidenza del Comitato scientifico del procuratore Giancarlo Caselli che mercoledì 19 marzo dalle 9,30 al Centro congressi Rospigliosi a Roma la presenterà insieme al presidente Coldiretti Roberto Moncalvo e al presidente Eurispes Gian Maria Fara, rispettivamente presidente e vice presidente della Fondazione.

Sarà presentata un'analisi aggiornata sull’entità del fenomeno, sulla sua diffusione nelle diverse aree del Paese e all’estero, sulle modalità con cui opera  e su come condiziona la vita quotidiana della persone, anche con la prima indagine su come è cambiato l’atteggiamento degli italiani nei confronti della malavita a seguito della crisi. Dalla possibilità di accettare un lavoro fino a quella di mangiare in un locale “a rischio” ma anche della disponibilità a pagare di più prodotti ottenuti da aziende confiscate e tornate alla legalità, realizzato da Coldiretti/Ixè. Saranno mostrati gli esempi concreti più scandalosi di prodotti agroalimentari, venduti in Italia, in Europa e nel mondo con nomi che richiamano gli episodi, i personaggi e le forme di criminalità organizzata più dolorose che vengono sfruttate per fare business.