Con la chiusura di gennaio si avvicinano anche condizioni più consone alla stagione invernale. L’alta pressione scandinava da un lato ed il blocco azzorriano dall’altro attiveranno un robusto flusso d’aria fredda in discesa dai settori nord orientali europei, cioè dalla Russia, predisponendo una serie d’irruzioni gelide in Europa centrale e nel Mediterraneo. 

Il punto della situazione
Inverno decisamente sotto tono, se non del tutto assente, nel Vecchio Continente. Freddo non pervenuto in Italia e su gran parte dell'Europa. L’aria mite, però, non è sempre sintomo di belle giornate: le tese correnti oceaniche hanno trasportato sul Paese intense ondate di maltempo.
L’accumulo eccessivo di calore - del tutto fuori stagione - ha consentito all’energia potenziale accumulata di scaricarsi violentemente alle minime infiltrazioni oceaniche. Dati sbalorditivi in particolare sulle aree più esposte, dai 5 metri di neve al passo del Tonale, ai 300 millimetri caduti da inizio anno sulla dorsale appenninica settentrionale.
Il cambio di registro è però già alle porte: dall’immagine satellitare odierna è intuibile lo scontro che avverrà tra poche ore. Sui settori occidentali è infatti in movimento un enorme fronte atlantico, esteso dal nord Africa fin quasi al Circolo Polare Artico, che colliderà a breve con il muro gelido russo-scandinavo presente sui settori orientali. 

Analisi
Non si tratterà ancora di un vero e proprio stravolgimento atmosferico, ma la mutazione rispetto al mese scorso sarà comunque sensibile. L’areale europeo in dicembre era difatti sotto scacco dal Vortice polare, in grado di dettar legge con profondi vortici sulle Isole Britanniche ed una zonalità atlantica molto spinta in Mediterraneo.
Il successivo indebolimento della struttura ciclonica ha permesso alle alte pressioni d’infiltrarsi gradualmente sui settori più settentrionali - tra la Groenlandia e l’Islanda - ma il raffreddamento pregresso ha comunque concesso al lobo canadese di mantenere il suo ruolo principale sul Nord America, dove ha portato ripetute ondate di neve e gelo. Il ruolo da protagonista del lobo canandese del Vp verrà presto indebolito da alcune interessanti dinamiche bariche. 

Evoluzione
Le prossime incursioni cicloniche saranno dovute all’azione nord atlantica. I primi tentativi d'elevazione dell'alta pressione delle Azzorre porteranno un discreto contributo artico, idoneo a riportare con un calo drastico i valori termici entro le medie del periodo. Il raffreddamento porterà le prime nevicate a bassa quota lungo tutta la Penisola, localmente sino al piano sulle Regioni settentrionali.
Si tratterà di un freddo in linea con la norma stagionale. Le temperature, pur scendendo lievemente sotto la medie del periodo, non evidenzieranno particolari anomalie tali da rendere l'evento degno di nota. 

Tendenza
Dallo studio delle ultime elaborazioni modellistiche emerge un bivio fondamentale nei primi giorni di febbraio. Dopo le prossime incursioni cicloniche, i cui effetti verranno a concludersi entro il mese di gennaio, verrà decisa la sorte della stagione invernale, contesa al momento da due principali soluzioni.
La prima strada vede una temporanea ripresa delle correnti zonali atlantiche, con nuove perturbazioni di stampo autunnale ed una temporanea archiviazione del freddo. La seconda strada percorre invece un tragitto più delicato tra le principali figure invernali: dall'alta pressione russo-siberiana all'anticiclone polare, con una possibile elevazione dell’Azzorriano, in grado di neutralizzare l’azione del vortice canadese.