Se l’eccessiva piovosità primaverile ha penalizzato alcune colture (i frumenti in particolare), l’andamento climatico prevalentemente favorevole dei mesi successivi ha consentito di realizzare produzioni elevate in altre colture, come il mais e la soia, che nel 2012 avevano subito dei forti cali a causa della siccità estiva. In leggero arretramento le colture legnose, per le quali ha inciso negativamente soprattutto la flessione dei prezzi dei prodotti vitivinicoli, e la zootecnia, che è stata parzialmente penalizzata dai risultati insoddisfacenti della carne bovina.
L’influenza del clima
“Esaminando i risultati economico-produttivi conseguiti nel 2013 dalle singole colture e allevamenti - ha ricordato Censori - va evidenziato l’effetto negativo su alcune colture dell’eccezionale piovosità primaverile”. Ne hanno risentito soprattutto le produzioni di cereali autunno-vernini: frumento tenero -14% e frumento duro -39%, mentre la produzione dell’orzo è aumentata del 36%, ma solamente grazie all'aumento della superficie investita (+44%).
In netto recupero rispetto al pessimo 2012, il mais che si conferma prima coltura regionale con una superficie di 250.000 ettari (-8%) e una produzione salita a 2,2 milioni tonnellate (+48%). Nonostante questi cali produttivi, il prezzo dei cereali ha spesso subìto l’andamento delle quotazioni internazionali, influenzate a loro volta da un’annata generalmente assai produttiva a livello globale. Sono quindi risultati al ribasso i prezzi medi annui di mais (-7%), frumento tenero (-5%) e orzo (-15%). Stabile il prezzo del frumento duro, in controtendenza quello del riso (+6%).
Colture industriali
Notevole ripresa della soia, che incrementa la superficie (+20%) ma soprattutto la produzione (+116%, record degli ultimi dieci anni), riuscendo anche a tenere sui mercati (+4% il prezzo medio annuo). La piovosità primaverile ha invece creato difficoltà alle semine della barbabietola da zucchero, le cui superficie e produzione sono scese di circa il -27%. In aumento la produzione di tabacco (+19%), in diminuzione la colza (-27%) e più che raddoppiati gli ettari investiti a girasole (+128%).
Colture orticole
L’anomalo andamento climatico ha provocato cali produttivi per patate (-40%), radicchio (-8%), lattuga (-9%), aglio (-7%) e asparago (-25%); ma dal punto di vista commerciale la scarsità di prodotto ha generalmente sostenuto i prezzi.
Colture frutticole
Annata positiva per la produzione del melo (+40%); non altrettanto per pero (-19%), pesco (-8%) e kiwi (-9%), che tuttavia hanno ottenuto quotazioni superiori rispetto all’anno precedente.
Vitivinicoltura
Ha beneficiato di un periodo estivo-autunnale tutto sommato favorevole, che ha consentito di raddrizzare una situazione preoccupante. Le produzioni di uva e vino aumentano rispettivamente del 4,4% e del 7% rispetto alla scarsa vendemmia 2012, tornando su livelli di normalità ma deprimendo i listini delle uve, risultati mediamente in calo (-11%).
Zootecnia
Risultati in chiaroscuro: il prezzo del latte ha beneficiato di un incremento di circa il 5%, ma le quotazioni della carne bovina sono risultate complessivamente in calo. Sostanzialmente stabili sui mercati le carni suine, mentre quelle avicole dimostrano un incremento del +5%. La riduzione dei costi alimentari osservata nel secondo semestre del 2013 ha consentito agli allevamenti di recuperare parte del valore aggiunto.
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Fonte: Veneto Agricoltura