Cerchiamo di valutare il 2013 con atteggiamento positivo. In quest’ottica, la scorsa annata agraria in Veneto è da considerarsi sostanzialmente positiva. La produzione lorda è aumentata complessivamente di circa il 3% rispetto al 2012, raggiungendo i 5,5 miliardi di euro, un risultato ottenuto grazie soprattutto alla buona performance delle colture erbacee”. Lo ha dichiarato ieri a Legnaro (Pd) Luigino Disegna, direttore della Sezione innovazione e sviluppo di Veneto Agricoltura, nell’introdurre la tradizionale conferenza stampa di presentazione dell’andamento tendenziale del settore agroalimentare veneto nel 2013.
Se l’eccessiva piovosità primaverile ha penalizzato alcune colture (i frumenti in particolare), l’andamento climatico prevalentemente favorevole dei mesi successivi ha consentito di realizzare produzioni elevate in altre colture, come il mais e la soia, che nel 2012 avevano subito dei forti cali a causa della siccità estiva. In leggero arretramento le colture legnose, per le quali ha inciso negativamente soprattutto la flessione dei prezzi dei prodotti vitivinicoli, e la zootecnia, che è stata parzialmente penalizzata dai risultati insoddisfacenti della carne bovina.

Variazioni percentuali delle produzioni agricole del Veneto nel 2013 rispetto al 2012
Fonte: elaborazioni di Veneto Agricoltura su dati Istat
 
Alessandro Censori, responsabile del Settore economia, mercati e competitività dell’Azienda regionale, ha ricordato che “il settore primario veneto ha registrato lo scorso anno un significativo calo del numero delle imprese agricole iscritte alle Camere di Commercio del Veneto, sceso a 68.250 unità, con una flessione del -6,3% nei primi nove mesi del 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012”. Più contenuto il calo delle imprese dell’industria alimentare (-0,1%, 3.660 unità attive). Il numero degli occupati nei primi 9 mesi del 2013 registra un calo del 14,6% rispetto all’anno precedente, scendendo a poco più di 67.000 unità. Nella bilancia commerciale aumentano le importazioni (+7,2%) e le esportazioni (+7%); ma un incremento più che proporzionale dell’import rispetto all’export ha determinato un aggravamento del deficit agroalimentare a 685 milioni di euro (+8,6%).

L’influenza del clima
Esaminando i risultati economico-produttivi conseguiti nel 2013 dalle singole colture e allevamenti - ha ricordato Censori - va evidenziato l’effetto negativo su alcune colture dell’eccezionale piovosità primaverile”.  Ne hanno risentito soprattutto le produzioni di cereali autunno-vernini: frumento tenero -14% e frumento duro -39%, mentre la produzione dell’orzo è aumentata del 36%, ma solamente grazie all'aumento della superficie investita (+44%).
In netto recupero rispetto al pessimo 2012, il mais che si conferma prima coltura regionale con una superficie di 250.000 ettari (-8%) e una produzione salita a 2,2 milioni tonnellate (+48%). Nonostante questi cali produttivi, il prezzo dei cereali ha spesso subìto l’andamento delle quotazioni internazionali, influenzate a loro volta da un’annata generalmente assai produttiva a livello globale. Sono quindi risultati al ribasso i prezzi medi annui di mais (-7%), frumento tenero (-5%) e orzo (-15%). Stabile il prezzo del frumento duro, in controtendenza quello del riso (+6%).

Colture industriali
Notevole ripresa della soia, che incrementa la superficie (+20%) ma soprattutto la produzione (+116%, record degli ultimi dieci anni), riuscendo anche a tenere sui mercati (+4% il prezzo medio annuo). La piovosità primaverile ha invece creato difficoltà alle semine della barbabietola da zucchero, le cui superficie e produzione sono scese di circa il -27%. In aumento la produzione di tabacco (+19%), in diminuzione la colza (-27%) e più che raddoppiati gli ettari investiti a girasole (+128%).

Colture orticole
L’anomalo andamento climatico ha provocato cali produttivi per patate (-40%), radicchio (-8%), lattuga (-9%), aglio (-7%) e asparago (-25%); ma dal punto di vista commerciale la scarsità di prodotto ha generalmente sostenuto i prezzi.

Colture frutticole
Annata positiva per la produzione del melo (+40%); non altrettanto per pero (-19%), pesco (-8%) e kiwi (-9%), che tuttavia hanno ottenuto quotazioni superiori rispetto all’anno precedente.

Vitivinicoltura 
Ha beneficiato di un periodo estivo-autunnale tutto sommato favorevole, che ha consentito di raddrizzare una situazione preoccupante. Le produzioni di uva e vino aumentano rispettivamente del 4,4% e del 7% rispetto alla scarsa vendemmia 2012, tornando su livelli di normalità ma deprimendo i listini delle uve, risultati mediamente in calo (-11%).

Zootecnia
Risultati in chiaroscuro: il prezzo del latte ha beneficiato di un incremento di circa il 5%, ma le quotazioni della carne bovina sono risultate complessivamente in calo. Sostanzialmente stabili sui mercati le carni suine, mentre quelle avicole dimostrano un incremento del +5%. La riduzione dei costi alimentari osservata nel secondo semestre del 2013 ha consentito agli allevamenti di recuperare parte del valore aggiunto.


I dati analizzati possono essere scaricati QUI