Dopo le piogge torrenziali sulle Regioni del Centro, l'Italia si prepara ad una nuova serie d'incursioni artiche, la cui penetrazione sul Mediterraneo provocherà un netto peggioramento delle condizioni meteo; seguirà successivamente un brusco calo termico

Il punto della situazione
L'ultima ondata di maltempo ha colpito maggiormente le aree adriatiche e quelle interne del Centro. Notevoli precipitazioni e forti venti di Bora – localmente oltre i 100 km/h – hanno creato seri disagi; le intense correnti settentrionali, grazie alla loro particolare angolazione, hanno inoltre ostacolano il normale deflusso dei fiumi in piena, soprattutto tra Romagna e Marche, causando numerose esondazioni.
Caduti nel complesso oltre 200 millimetri in poco più di 24 ore: tra le località più colpite Trebbio di Fiastra (circa 250 mm), Pontericcioli di Cantiano (242 mm) e Ussita (210 mm), tutte nelle Marche.
Il maltempo non ha risparmiato nemmeno l'Umbria, con accumuli che si aggirano tra i 120 mm e i 150 mm, fino a raggiungere i quasi 200 mm di Colfiorito. Non meglio in Abruzzo, dove è stato chiuso il tratto autostradale dell’A14 tra Pescara - Giulianova a causa di una frana. 

Analisi
La sequenza delle incursioni artiche è già in azione sulla Penisola. Un nuovo vortice freddo – il secondo del mese – è atteso per il fine settimana, in concomitanza con un'altra elevazione settentrionale dell’alta pressione delle Azzorre. Quest’ultima perturbazione aprirà però un varco importante tra la Francia e la penisola iberica, dove andranno a fermarsi i successivi nuclei instabili.
Rispetto al suo predecessore avrà però un fulcro ubicato più ad ovest, differenziandolo sia sotto il punto di vista termico, sia sotto l'aspetto precipitativo. Il maltempo in questo frangente coinvolgerà maggiormente le regioni settentrionali, in particolare i settori occidentali, ove si avvertirà un netto calo delle temperature e le precipitazioni potranno assumere anche carattere nevoso sulle basse quote, localmente sino al piano nel cuneese. 

Italia divisa in due
Il peggioramento colpirà un po’ tutte le Regioni, ma il quadro termico non sarà però uguale ovunque. Il posizionamento più occidentale del nucleo freddo incentiverà, sul bordo orientale del sistema, correnti sciroccali che investiranno parte del Centro Sud. Si tratterà di venti piuttosto miti e nelle zone più esposte non farà freddo, ma al contrario si potrà godere di valori localmente oltre le medie del periodo.
Le anomalie termiche che andranno a presentarsi non costituiranno particolare pericolo, perché già dall'ultima decade di novembre le temperature risulteranno più consone alla stagione. 

Prossimi scenari invernali
Dall’analisi delle ultime corse modellistiche emergono scenari decisamente invernali su gran parte dell'Europa centro occidentale. Comunque vada, anche qualora le correnti dovessero entrare dai settori occidentali, un po' d'aria fredda riuscirà comunque a proporre i propri effetti sull'andamento delle temperature anche sull’Italia.
L’evoluzione della terza irruzione artica dipenderà effettivamente dall’evoluzione dell'alta pressione delle Azzorre. Il modello americano, ad esempio, vede una collocazione molto occidentale, quindi in pieno oceano, con la maggiore componente fredda sulla Francia e sulla penisola iberica. Il modello europeo, al contrario, vede il posizionamento del campo anticiclonico più orientale e di conseguenza un coinvolgimento più diretto della penisola italiana

Il lungo termine
L’ipotesi più accreditata è quella del modello Gfs (Americano), statisticamente più affidabile nell’individuare le tendenze a lungo periodo. Verosimilmente prevarrà invece uno scenario intermedio, con il freddo che si getterà sull'Europa occidentale infiltrandosi gradualmente anche nel Mediterraneo.