Temperature molto superiori alla media e nebbie nelle valli del Centro-Nord stanno accompagnando i primi giorni di novembre, ma la vera novità dei modelli sul lungo termine è la possibilità di una prima colata artica dopo la prima quindicina del mese. 

ll punto (sempre più caldo) della situazione
Fuori da ogni terminologia tecnica, l'aggettivo "caldo" è ancora idoneo per descrivere sinteticamente l'attuale quadro meteo, considerando anche il pesante bilancio termico del mese scorso. Difatti l'ultimo ottobre ha visto un'anomalia complessiva - a livello nazionale - di ben 2 gradi, che lo porta a classificarsi al quarto posto fra i mesi più caldi degli ultimi 200 anni. Particolarmente colpite le regioni centrali e la Sardegna, con scarti oltre la norma prossimi o superiori ai 3 gradi.
Si tratta di una lunga coda estiva, fenomeno molto frequente dell'ultimo ventennio, ove non sono mancate stagioni autunnali caldissime, anche più dell'attuale: in particolare quella del 2001, con l'ottobre più caldo di sempre, con una temperatura media di ben 2.8°C in più rispetto alla norma. 
Dalle ultime emissione modellistiche pare scongiurata l’ennesima stasi anticiclonica, quella figura che ha condizionato tra alti e bassi l'andamento stagionale sino a questo momento. Le proiezioni termiche nel breve termine indicano un ulteriore rapido rialzo delle temperature, con valori non consoni al periodo che accompagneranno l’Italia sino al weekend. 

Cambio circolatorio
La temporanea rimonta anticiclonica verrà generata dall’approssimarsi di un impulso instabile destinato alle Regioni del Sud, ed il particolare assetto attiverà miti correnti meridionali. Questo assetto avrà però una durata ben delimitata: l'imponente cambio circolatorio avvenuto in Europa mostrerà i primi segni anche sul territorio italiano.
Uno degli attori protagonisti – l’alta pressione delle Azzorre – verrà ben presto attaccato dall’imponente ciclone atlantico che si è portato sulle aree occidentali europee; i primi tentativi di sfondamento verso oriente hanno già innescato il peggioramento d'inizio settimana. Nel corso del weekend un'altra incursione ciclonica penetrerà nel Mediterraneo. 

Primi freddi in Europa
L’attivazione di tese correnti settentrionali faranno confluire masse d'aria artiche, utili per i primi freddi invernali, nel cuore dell'Europa.
Anche l’Italia risentirà di questo stravolgimento atmosferico settentrionale. Il calo delle temperature attuato nella giornata di domenica potrebbe rivelarsi sensibile, passando in poche ore dall’eccessivo tepore ai primi freddi stagionali. L'aria fredda sarà in grado di aggirare parzialmente le Alpi e, seppur addolcita, arriverà sulla Penisola, sfruttando prevalentemente la porta della Bora. La prima neve toccherà quote interessanti, imbiancando anche i rilievi appenninici

Autunno altalenante
Dall'analisi degli ultimi step previsionali emerge una costante "altalena" barica. Dopo la passata instabile del weekend, infatti, interverrà un ultimo assaggio anticiclonico (inferiore ai precedenti), ma l’elevazione dell'alta delle Azzorre sui settori occidentali europei, andrà a favorire nuove possenti onde con crescenti possibilità di colate artiche verso l'Europa. 

Il lungo termine
Stando agli ultimi dati a disposizione, più di un modello vede ipotesi fredde in arrivo da est. Un eventuale progresso dell’alta pressione verso l'Europa centrale potrebbe svegliare l'Artico russo con un conseguente veloce raffreddamento della penisola italiana.