"A determinare il perdurare del momento critico - ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Fava, nel corso della presentazione dei dati del comparto - contribuiscono le criticità che penalizzano da tempo il settore: costi di produzione elevati, senza prospettive di significativi ribassi a breve, crisi dei consumi interni che si intensifica, non permettendo di scaricare sui prezzi di vendita le maggiori spese. Peggiorano le condizioni di accesso al credito, rendendo più difficile e oneroso il finanziamento per le imprese".
A ciò si sono aggiunte condizioni climatiche eccezionalmente avverse che hanno condizionato negativamente tutte le coltivazioni e la produzione dei foraggi destinati agli allevamenti.
"In un anno - ha detto Fava, giugno 2012-2013 - è accaduto di tutto, dal terremoto, alla grande siccità dell'anno scorso, al maltempo che ha colpito ancora ieri i territori".
Meno risorse dalla Pac
Il comparto lombardo risulta penalizzato dal sistema degli aiuti, con un un calo di risorse che oscilla dal 36 al 52 per cento. "Tra i 220 e i 230 milioni l'anno sulla prossima Pac - ha precisato l'assessore - non compensato dalle risorse provenienti dal Psr". Il settore del latte, fondamentale nel sistema agroalimentare lombardo, è uno dei comparti in maggiore difficoltà perché il prezzo del latte alla stalla non è stato in grado di coprire gli elevati costi di produzione.
"Se gli aiuti comunitari si ridurranno del 40 per cento, noi non saremo in grado di garantire l'integrazione".
Ma la Lombardia va meglio del resto d'Italia
Una nota positiva giunge dal confronto con la situazione italiana, come emerge dall'indagine Ismea: i risultati dell'agricoltura lombarda risultano infatti meno negativi per tutti gli indicatori considerati, a conferma che la crisi dell'agricoltura riguarda tutto il territorio nazionale e che le imprese lombarde riescono comunque a contrastarla maggiormente.
Cereali e vino
Il comparto cerealicolo è stato penalizzato dall'andamento negativo delle quotazioni di mercato del frumento e dalle basse rese produttive dovute al maltempo. Rimane fortemente negativa la situazione per florovivaismo e ortaggi, colpiti da crisi dei consumi e da avverse condizioni climatiche. Il settore vitivinicolo si conferma quello più in salute, nonostante la debolezza della domanda interna, grazie alle esportazioni.
Allevamenti e crisi del reddito
Il settore dei bovini da latte registra per la prima parte dell'anno un calo produttivo, confermato sia dai dati delle consegne di latte di fonte Agea (-3,3 per cento nel periodo aprile-maggio), sia dalle dichiarazioni dei testimoni privilegiati. "Con la crisi di redditività degli allevamenti - ha detto l'assessore - a questi livelli di prezzi e costi è più conveniente ridurre la produzione".
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