Gli italiani alle prese con la crisi continuano a tagliare sui consumi, spendendo meno e più attentamente: una "spending review" che si fa sentire anche quando è il momento di sedersi a tavola.

Lo conferma un report dell'Istat sul commercio al dettaglio: a gennaio 2013 il valore delle vendite al dettaglio dei prodotti alimentari diminuisce dello 0,6% su dicembre 2012 e del 2,3% nel confronto con gennaio 2012. "Le vendite per forma distributiva - ha rilevato l'Istituto nazionale di statistica - mostrano, nel confronto con il mese di gennaio 2012, una diminuzione sia per la grande distribuzione (-2,3%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (-3,5%)".

Si tratta, nota la Cia - Confederazione italiana agricoltori, della settima flessione tendenziale consecutiva: dal 2008 a oggi, cioè da quando è iniziata la crisi le famiglie italiane hanno ridotto il budget a disposizione per la spesa alimentare di oltre 12 miliardi di euro.

Gli italiani mettono sempre meno frutta e verdura nel carrello della spesa: la Coldiretti mette in evidenza, sulla base di dati Gfk, la "presenza di meno ortofrutta nel carrello degli italiani con un taglio del 4,2% negli acquisti in quantità di frutta e del 3% in quello di ortaggi. Nel primo mese del 2013 il numero di famiglie che acquistano frutta crolla dell'11,3%".

La crisi e il diminuito potere d'acquisto cambiano quindi il menu degli italiani: la Coldiretti segnala un vero e proprio abbandono dei principi base della dieta mediterranea, con una diminuzione nei consumi familiari di pesce fresco (-3%), vino (-3%), ortofrutta (-2%) e olio d'oliva (-1%). Di contro, la Coldiretti segnala un calo anche a livello qualitativo dei prodotti acquistati, con un "preoccupante forte aumento della presenza di cibi low cost, che non sempre sono in grado di garantire standard di qualità e sicurezza elevati".

Non solo gli italiano cambiano abitudini d'acquisto, ma anche luoghi: secondo Confagricoltura le più penalizzate sono le piccole superfici, con un calo del -4,3%. Va meglio alla Gdo (-1,5%) e ai discount alimentari, gli unici che riescono a contenere le perdite (-0,2%). "Non vi sono segnali di miglioramento - ha riportato la Confagricoltura - e le aziende agricole registrano un calo degli ordini per prodotti come carne ovina, avicola e uova che, normalmente, alla vigilia delle feste pasquali sono molto richieste dai consumatori".

"I dati Istat, che evidenziano soprattutto le difficoltà delle piccole attività agricole - ha notato Confeuro - dimostrano la necessità di intervenire con urgenza a sostegno del mondo agricolo e di evitare le gravi perdite di tempo di cui la politica si sta rendendo nuovamente responsabile".
Secondo la Cia "non ci si può più permettere questa fase di stallo. C'e' bisogno di un governo che prenda subito provvedimenti seri a sostegno delle famiglie, cominciando dalla riduzione degli oneri fiscali. E' necessario far ripartire i consumi altrimenti l'Italia non uscirà mai da questa spirale recessiva".
"Il quadro si commenta da solo - ha concluso Copagri - Gli italiani non possono spendere; serve un governo subito e misure economico-sociali anti baratro".