Il tono è sconsolato, ma è un vero e proprio grido d’allarme quello del vice presidente di Fedagri – Confcooperative, Giorgio Mercuri.
Il meteo quest’anno non risparmierà uno dei simboli della Pasqua. E quindi la maggior parte degli italiani a tavola dovrà dire addio all’idea di impreziosire risotti, frittate, tortini e uova con il famoso ortaggio ipogeo. Almeno inteso come made in Italy. In Italia si coltivano circa 6mila ettari (80-85% verde, 15-20% bianco), con una produzione di circa 40mila tonnellate.
“Quei pochi che ci saranno, avranno prezzi altissimi", avverte Mercuri, che è al vertice di una delle più importanti coop ortofrutticole italiane, specializzate anche nella produzione di asparagi freschi bianchi e violetti e nella linea trasformati: la cooperativa Giardinetto di Orsara di Puglia, in provincia di Foggia.
Una realtà che col marchio Apofoggia vende 7mila tonnellate di prodotto, per un fatturato aggregato di 47 milioni di euro, “dei quali 12 provenienti dalla vendita in Italia e all’estero di asparagi”.
“Eravamo partiti con qualche piccola produzione la settimana scorsa – dichiara Mercuri - poi in settimana una gelata ha bloccato tutto. La produzione, che normalmente veniva raccolta a partire dalla seconda quindicina di marzo, è in ritardo di 15 giorni”.
Ergo: niente asparagi italiani a Pasqua e Pasquetta, con un danno in termini di valore del 10% dell’intera stagione. Al produttore veniva infatti riconosciuto un prezzo di conferimento di 2,50 euro al chilogrammo, che non vedrà più per l’intera stagione.
“Ad oggi – aggiunge Mercuri - è andato perso il 2-3% delle gemme, con ripercussioni dirette sulle rese per ettaro, destinate a diminuire”. Quantità minime potrebbe arrivare dalla Campania, con un effetto rebound sul prezzo, destinato a raddoppiare.
“I pochi asparagi italiani che si troveranno – calcola Tiziano Gobbo, produttore di asparagi verdi a Veronella e consigliere della cooperativa Asparago d’oro di Arcole (Verona), potrebbero arrivare a toccare anche i 10 euro al chilogrammo, per non dire di più”.
Anche il Veneto, una delle regioni del Nord Italia più vocate alla produzione di asparagi, sconta un ritardo produttivo. “Normalmente partiamo a raccogliere dopo la prima decade di aprile – osserva – e dunque per chi opera in pieno campo una Pasqua alta non ci vede in gioco, ma quest’anno anche chi ha prodotto sotto tunnel avrà pochissime quantità disponibili”.
La cooperativa Asparago d’oro conta una cinquantina di soci (15 dei quali produttori di asparagi) e fattura complessivamente 500mila euro (300mila euro i ricavi dagli asparagi).
“Anche per il prossimo fine settimana le previsioni dicono che le temperature saranno molto più basse della media”, anticipa Gobbo.
Questo significa che per Pasqua e Pasquetta molti italiani dovranno invenatsri ricette alternative. Per gli asparagi c’è tempo.
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