L’agricoltura, attività svolta a cielo aperto, è da sempre caratterizzata da un tasso di rischio elevato sia per le variabili meteorologiche che per altri fattori. Su questo argomento si è svolta, presso l’Accademia dei Georgofili, una giornata di studio.

La nuova Pac si propone degli strumenti specifici per difendere e garantire il reddito degli agricoltori, preservando la produttività ed incrementando il progresso tecnico in agricoltura.
Anche gli Stati Uniti stanno riformando le proprie leggi agrarie (farm bill) in questo senso, soprattutto attraverso specifici programmi assicurativi che coprono l’80% dei raccolti. In Italia fino ad oggi la tendenza prevalente è stata quella di fare politica sociale anziché politica agricola, pensando di risolvere il problema attraverso l’erogazione di sussidi agli agricoltori, quasi come un’elemosina. In realtà, nessuna misura singola è capace di limitare il rischio in agricoltura ma occorrono misure strategiche di insieme.

L’Inea, Istituto nazionale di economia agraria, ha consigliato che le aziende agricole tengano un proprio registro fiscale con un tipo di bilancio semplificato e con dei benchmark di riferimento per ogni categoria. Come fattori di rischio vengono presi in considerazione oltre alle calamità naturali, l’evoluzione dei consumi, la volatilità dei prezzi, gli effetti della globalizzazione sui mercati, ecc.  Il settore è molto delicato in quanto una famiglia su 4, tra quelle il cui reddito dipende dall’attività agricola, è a rischio povertà. Anche per questo motivo negli ultimi anni abbiamo assistito al declino numerico dei componenti delle famiglie agricole.

Alla discussione finale è intervenuto Giuseppe Politi, presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori, il quale ha espresso la propria personale soddisfazione per l’attenzione rivolta ad un problema da lui già in precedenza molto spesso evidenziato. Politi ha aggiunto che, secondo lui, con il sistema fiscale attualmente vigente in Italia, è troppo complicato fare interventi di sostegno basati sul reddito dichiarato dagli agricoltori. Mentre sarebbe utile far partire gli aiuti dalle stesse Regioni, presso cui gli agricoltori pagano le tasse.