"Siamo preoccupati per un decreto che penalizzerà i produttori italiani in modo grave rispetto ai concorrenti europei". È questo il giudizio di Domenico Sacchetto, presidente di Asprofrut Piemonte e consigliere di Unaproa, sugli effetti del Pan, il Piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari sul quale sono piovute, in fase di consultazione, quasi duemila osservazioni.

Un giudizio fortemente negativo che Sacchetto - e con lui tutte le principali organizzazioni piemontesi - ha messo nero su bianco in un documento consegnato nei giorni scorsi all'assessore regionale all'Agricoltura, Claudio Sacchetto, e al presidente, Roberto Cota.

Tra i firmatari ci sono i Creso piemontesi, le Op Lagnasco Group, Ortofruit Italia e Asprofrut, e le organizzazioni di cateogia Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Confcooperative per un comparto - quello della frutta - che in Piemonte si attesta su una produzione di oltre 5 quintali per un valore di 400 milioni.

"Perderemo importanti quote di mercato e non saremo più competitivi rispetto ad altri Paesi europei quali Francia, Spagna e Grecia - sottolina Sacchetto - a causa dell'aumento dei costi di produzione e dei vincoli commerciali più stringenti. Vincoli che, di contro, non verranno applicati ai prodotti importati".
Difficile al momento fare una stima delle possibili perdite economiche derivanti dall'entrata in vigore delle norme, "resta il fatto che non ci sentiamo tutelati, conclude il presidente di Asprofrut.

Vincoli di commercializzazione sproporzionati rispetto ai colleghi europei, eccessivi costi di produzione e nuovi oneri burocratici: questi i nodi fondamentali sollevati nel documento che boccia il Piano nel merito e nel medoto: "né le organizzazioni, né i portatori di interesse sono stati coinvolti in fase di stesura - scrivono - sminuendo così il ruolo della filiera agricola. In questo modo si è persa di vista la realtà del settore primario e i problemi che molte prescrizioni contenute nelle norme possono comportare per le imprese".

Di fatto, secondo i firmatari, la riduzione del rischio derivante dall’utilizzo dei fitofarmaci sembra essere attuata essenzialmente attraverso una politica di riduzione del loro uso, diversamente da quanto previsto dalla direttiva europea, che pone come obiettivo agli Stati membri quello di perseguire un uso sostenibile dei fitofarmaci, attraverso una pluralità di strumenti, tenuto conto della necessità di garantire un’efficace difesa delle colture a costi sostenibili. 

Di qui la richiesta alla Regione Piemonte di "opporsi con fermezza all’adozione del Pan nella sua attuale stesura e a mettere in atto tutte le azioni possibili per ottenere una revisione del decreto che possa riallineare le norme alla direttiva europea, in modo da non alterare a danno delle nostre imprese le condizioni per competere sul mercato".


PIEMONTE - DOCUMENTO CONGIUNTO


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