Cosi, aria gradualmente più fredda, raggiungerà le medie latitudini sfruttando l’elevazione dell'alta pressione delle Azzorre sull'Oceano. Il temporaneo squarcio atlantico di inizio settimana potrebbe inoltre convogliare abbondanti nevicate anche sull’Italia settentrionale.
Il punto della situazione
La prima perturbazione di febbraio ha rapidamente attraversato gran parte del territorio, coinvolgendo con un possente flusso di correnti fredde tutto il Mediterraneo Centro-Occidentale. Il fronte perturbato carico di aria gelida - dopo aver valicato le Alpi - ha nuovamente riacquistato energia sulle regioni del Centro-Sud, apportando piogge e rovesci, in particolare nelle aree interne centrali e nei litorali tirrenici. Fenomeni meno intensi hanno interessato anche i settori adriatici, con temporali sulla linea di costa: l'attività temporalesca è direttamente riconducibile all'aria fredda presente in quota.
Le condizioni meteo sono invece rimaste prevalentemente soleggiate sulle aree nord occidentali, dove i venti di ricaduta dai rilievi alpini hanno determinato un generale aumento termico, con punte diurne in molti casi ben sopra i 10 gradi.
Analisi
Le tanto attese e discusse manovre bariche hanno finalmente avuto inizio nel corso dell’ultima settimana. La mutazione è avvenuta attraverso tre lunghi step, cosi riassunti:
- nella prima fase, in coincidenza della terza decade di gennaio, ripetuti fronti perturbati sono transitati sulla Penisola, questo grazie ad un vortice canadese decisamente aggressivo;
- un successivo trasferimento dei geopotenziali dal Canada alla Scandinavia hanno chiuso - nella seconda fase - la porta Atlantica, innescando un "reset barico" prima del cambio di tendenza;
- nella terza (attuale) fase, come ipotizzato sono ripresi gli scambi meridiani con successive intrusioni artiche alle medie latitudini.
Evoluzione
Il tanto citato riscaldamento della stratosfera sul Polo, nonostante l'evidente difficoltà al trasferimento nei livelli inferiori dell'atmosfera, sta avendo i sui frutti. Una tale azione legata per di più all’elevata azione convettiva del Pacifico settentrionale, statisticamente, è favorevole all’elevazione di alte pressioni di blocco verso la Groenlandia. La massiccia invasione fredda, accennata nelle prime righe, sfrutterà proprio la spinta dell'anticiclone Azzorriano che, dopo aver raggiunto l'Islanda, evolverà verso oriente facilitando l’isolamento del vortice ciclonico sul Mediterraneo.
Il muro anticiclonico ad ovest non sarà però cosi impenetrabile, ma permetterà infiltrazioni oceaniche verso la Penisola. Diversi impulsi nord atlantici riusciranno cosi a sfamare la circolazione artica con aria piuttosto umida che, posizionandosi sui mari italiani, andrebbe a causare copiose nevicate nelle regioni settentrionali.
Tendenza
L’analisi degli ultimi “run” dei modelli previsionali vedono, da giorni, l’apertura di un periodo tipicamente invernale grazie alla realizzazione di un temporaneo rinforzo del vortice polare, nonostante i tempi ormai maturi della stagione. Il notevole disturbo indotto dal precedente riscaldamento stratosferico incentiverà ulteriori manovre invernali che capitoleranno facilmente nella penisola italiana. Probabilmente si parlerà di colate Artiche, pur senza escludere un modesto contributo continentale nel corso dell'ultima decade.
La seconda metà di febbraio, seguendo le tendenze modellistiche, porterà quindi con sé prospettive nevose, rivelandosi moderatamente perturbata e fredda. I rilievi, ma anche le quote più basse, avranno cosi modo di fare il pieno con abbondanti nevicate.