Per effetto delle inversioni termiche, il clima mite sarà maggiormente avvertibile sui rilievi e meno in pianura, ove persisteranno nebbie e nubi basse. L'assaggio primaverile non avrà però vita lunga, perchè già nel fine settimana arriverà un peggioramento innescato da nuove correnti artiche sull'Italia.
I giorni della "merla"
Secondo la consuetudine, così si chiamano gli ultimi giorni di gennaio (29, 30 e 31), tradizionalmente visti come i tre giorni più freddi dell'anno. La locuzione deriverebbe da una leggenda popolare la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini - in origine bianchi - si rifugiarono dentro un comignolo da cui emersero solo il primo giorno di febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli furono neri.
Questo 2013 sembra però voler smentire ogni tradizione. Difatti sino al weekend una vasta area anticiclonica d'origine africana garantirà su buona parte dell'Europa centro-meridionale un sensibile aumento termico, con anomalie anche nell'ordine di 8/10°C.
Analisi
Ecco quindi che, dopo un periodo strettamente invernale, frutto della riapertura della porta atlantica, si volta temporaneamente pagina. Grazie ad un trasferimento dei geopotenziali dal Canada all'Europa settentrionale, verrà incentivata una discreta rimonta anticiclonica che porterà i suoi effetti anche sulla penisola italiana e metterà "in pausa" l'inverno.
Le ultime emissioni modellistiche hanno però ridimensionato parzialmente l’entità del caldo, ma non si escludono comunque valori termici mediamente oltre i 15°C, con punte massime localmente attorno ai 17-18°C.
Evoluzione
Per alcuni sarà un assaggio primaverile in piena regola, ma non per tutti. Saranno principalmente le aree montuose e le coste centro-meridionali a risentirne maggiormente, ove il cielo si presenterà spesso sgombro dalle nuvole. Nelle valli e nelle pianure, invece, sarà protagonista una forte inversione termica che garantirà fitte nebbie e temperature vicine allo zero.
Tendenza
L’inverno tornerà però a breve: già in diversi “run” i modelli danno credito ad una nuova espansione del campo anticiclonico azzorriano in pieno Atlantico, areale occupato nell’ultimo periodo da una bassa pressione canadese molto vivace. Il graduale indebolimento del lobo del Vp (Vortice Polare) canadese ripropone quella tendenza alla formazione dei classici blocchi oceanici, strutture in grado di riattivare gli scambi atmosferici in senso meridiano (direttrice nord-sud).
In poche parole, dopo una lunga fase semi-latente, l'anticiclone acquisirà nuovamente l'energia necessaria per spingersi verso nord, innescando discese gelide sul centro Europa.
Nevicate anche in pianura
Le incursioni artiche andranno ad aprire sull’Italia numerose ferite cicloniche prettamente invernali, dove la neve avrà la possibilità di toccare quote molto basse su gran parte delle regioni peninsulari. Altro aspetto di notevole interesse è sicuramente il nuovo assetto barico che sta andando a definirsi in questi giorni, capace di condizionare sensibilmente tutta la prima parte di febbraio.
Zoom sulla prima decade del mese
Sino al weekend si avrà quindi un quadro meteo prettamente stabile, ove il bel tempo e le temperature superiori alla norma ne faranno da padrone.
Nella giornata di sabato cambierà però registro, quando dai quadranti occidentali arriveranno nubi a tratti minacciose. I primi fenomeni raggiungeranno i litorali tirrenici e la Liguri e, successivamente, l’arco alpino in genere, ove andrà a premere aria fredda artica che innescherà nevicate anche copiose e a quote molto basse.
Vigorose irruzioni artiche intervallate da brevi intervalli per lo più miti accompagneranno la Penisola sino a fine periodo. Le nevicate, localmente abbondanti e insistenti, andranno a spingersi man mano verso la bassa collina o addirittura in pianura su diverse regioni.