Sono convinto che per il futuro sia necessario puntare su un modello di agricoltura che abbia una corretta relazione con il territorio e con l’ambiente. L'attività agricola è fondamentale per il buon mantenimento dell’ambiente e per questo dobbiamo salvaguardarne la presenza sul territorio. Da questo punto di vista sono particolarmente importanti i temi contenuti nel mio disegno di legge contro la cementificazione. Il mio impegno rimane orientato su alcuni punti fermi irrinunciabili contro il consumo del suolo”.
 
Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, incontrando nel Salone dell’Agricoltura del Mipaaf tredici associazioni ambientaliste: Fai, Wwf, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Slowfood, Touring Club, Federbio, Aiab, Firab, Società italiana ecologica del paesaggio, Federazione Pro Natura e Associazione per l’agricoltura biodinamica.

Le associazioni hanno presentato le loro richieste al ministro Catania che ha assicurato il proprio impegno, in sede europea, per portare avanti i temi relativi alla riforma della Pac e, in particolare, per il mantenimento del budget agricolo e il miglioramento della proposta della Commissione.

 

Le associazioni: “Difendere lo sviluppo rurale e il greening”

 

Per salvare la riforma della Pac dell’Unione europea servono scelte politiche chiare, orientate all’utilizzo di risorse pubbliche per obiettivi di interesse generale come la salvaguardia dell’ambiente, la creazione di nuova occupazione per i giovani e la permanenza degli agricoltori nel territorio” ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini a nome delle associazioni che hanno incontrato il ministro e presentato il documento “Pac 2014-2020: per un’agricoltura in grado di riconciliare economia ed ecologia”.
 

Positive alcune risposte alle richieste del tavolo delle associazioni. Per il ministro Catania il secondo pilastro è la politica del futuro e il Governo è orientato a rafforzarne la dotazione finanziaria, senza applicare la modulazione inversa sui fondi comunitari ottenuti dall'Italia; "Il biologico è parte fondamentale del sistema di qualità italiano e le scelte del secondo pilastro ne dovranno tenere conto" queste le parole del ministro riportate una nota delle associazioni. Restano invece aperti alcuni punti relativi al greening.


Secondo le associazioni finora gli aiuti distribuiti alle imprese agricole dall’Unione europea hanno favorito produzioni intensive ad alto impatto ambientale senza garantirne la loro sostenibilità economica. La maggior parte dei fondi comunitari sono arrivati alle aziende di grandi dimensioni, monoculturali e non alle aziende diversificate, multifunzionali, che realizzano attività per la costruzione di un modello di produzione e consumo basato sulla sostenibilità ambientale.

 

Sul primo pilastro della Pac, le associazioni hanno sottolineato come gli emendamenti in votazione snaturino i contenuti ambientali della riforma e rappresentino un passo indietro rispetto alla proposta elaborata dalla Commissione nel novembre 2011. A rischio è in particolare l’efficacia del greening, in cui la Commissione Ue aveva deciso di riconoscere automaticamente solo l’agricoltura biologica: gli emendamenti in votazione prevedono di estendere lo stesso principio ad altri sistemi di certificazione, pratiche agricole specifiche o regimi agroambientali. Verrebbero così premiate allo stesso modo aziende che praticano l’agricoltura biologica, senza l’uso della chimica, con aziende che praticano la lotta integrata (l’agricoltura che riduce ma non elimina l’uso degli agrofarmaci). 

 

Per quanto riguarda il secondo pilastro della Pac le associazioni hanno chiesto che il Governo italiano ne sostenga con convinzione il rafforzamento, con un deciso aumento delle risorse a disposizione ed escludendo la possibilità di trasferire fondi al primo pilastro. Da evitare anche il sostegno per misure riguardanti il sistema assicurativo e le misure relative alle Ocm, misure da trasferire nel primo pilastro, e il doppio pagamento delle misure agroambientali. Per le associazioni è inoltre necessario prevedere una percentuale adeguata del budget (minimo il 50%) destinato allo Sviluppo rurale per le misure ambientali, applicando un tasso di cofinanziamento più alto, ed allargare le misure innovative a sostegno della diversificazione e della multifunzionalità.