E' stato approvato oggi dalla Conferenza Stato-Regioni il piano assicurativo agricolo 2013: pone le basi per consentire alle imprese agricole di cogliere appieno le opportunità offerte dalla riforma della Pac.

 

Tra le novità del Piano:

 

• abbandono del sostegno alle polizze monorischio e concentrazione delle risorse pubbliche, comunitarie e nazionali, sulle forme più complete di copertura dei rischi (pluri e multi), mediante rimodulazione delle percentuali massime di intervento;

 

• maggiori incentivi ai nuovi assicurati;

 

• differenziazione tra eventi catastrofali, come ad esempio la siccità, da quelli sistemici, come la grandine, per consentire una migliore sostenibilità del sistema ed una maggiore propensione delle imprese assicurative a prendere in carico i rischi;

 

• possibilità per le imprese agricole di indirizzare la copertura assicurativa verso i rischi che hanno concreta possibilità di verificarsi nei territori di riferimento;

 

• associazione del rischio “colpo di sole” con quello di “venti sciroccali” e “gelo/brina” con “sbalzi termici”, per garantire una migliore distribuzione territoriale dei rischi stessi;

 

• ampliamento delle possibilità assicurative per la zootecnia, come ad esempio le riduzioni di produzione di latte bovino a seguito di squilibri termo igrometrici, introdotte a livello sperimentale;

 

• possibilità per i maidicoltori di assicurare le produzioni contro le fitopatie responsabili delle aflatossine nel mais.

 

Le novità introdotte favoriscono, inoltre, il progressivo allargamento territoriale dello strumento assicurativo alle Regioni del Centro Sud, dove solo un esiguo numero di imprese aderisce alle coperture agevolate dei rischi.

 

Allo strumento assicurativo dovranno poi essere affiancati, in maniera complementare, i fondi di mutualizzazione, previsti nella riforma Pac, per consentire alle imprese agricole di governare anche quei rischi a fronte dei quali non è attualmente possibile sottoscrivere polizze agevolate e la cui gestione, nell’ambito della nuova programmazione comunitaria, è affidata proprio a queste misure di intervento, come ad esempio lo strumento per la stabilizzazione dei redditi.