In Italia i consumi sono fermi.  L’ennesima conferma è giunta dall’Istat che ha recentemente pubblicato l'Annuario statistico italiano.

In base ai dati dell’Istituto nazionale di statistica, la spesa media mensile per famiglia nel 2011 è stata pari a 2.488 euro, 35 euro in più rispetto al 2010 (+1,4%). Considerato, però, che il dato incorpora anche la dinamica dei prezzi e che l'inflazione è stata del 2,8%, è evidente che i consumi in termini quantitativi sono in netto calo. Infatti per poter paragonare in modo corretto i dati, l'aumento della spesa media avrebbe dovuto essere esattamente il doppio: 70 euro al mese. Su base annua, quindi, i consumi in termini reali scendono di 420 euro.

"L'indagine Istat evidenzia le troppe spese obbligate che gravano su una famiglia - commenta il Codacons -. Gli italiani, infatti, hanno ridotto tutti gli acquisti non necessari, comprimendo anche le spese alimentari”.

Se il 2011 è stato un anno difficile, il 2012 non è certo da meno. Per la Cia - Confederazione italiana agricoltori  quest'anno le famiglie sono state costrette ad una dura spending review casalinga per far quadrare i conti.

Prendendo in considerazione la sola Gdo, la Cia nota che gli acquisti alimentari sono in calo dell’1,5% da inizio anno. "D’altra parte se aumentano i costi per le bollette (+6,4%) e per i trasporti (+5,2%) gli italiani devono tagliare da qualche altra parte - spiega l'organizzazione in un comunicato - Inoltre a novembre i prezzi al dettaglio di molti prodotti alimentari sono aumentati: frutta (+5,5%), carne bovina e suina (+2,5% e +2,4%), uova (+6,4%), farine (+1,6%), verdura (+1,8%). La pressione fiscale in un anno è salita al 44,7% e il potere d’acquisto si è invece ridotto del 4,1%. Senza contare che oggi ben il 34% delle famiglie italiane (7,4 milioni) dichiara di optare ormai per prodotti low-cost o di qualità inferiore, mentre il 28% (6,5 milioni) ammette di rivolgersi quasi esclusivamente ai discount per la spesa settimanale”.


Il Natale alle porte

Per quanto riguarda le festività imminenti gli italiani spenderanno 4,3 miliardi di euro per imbandire le tavole, con gli alimentari e le bevande che sono l’unica voce di spesa che sostanzialmente tiene nel tempo della crisi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dal titolo 'Il Natale sulle tavole degli italiani', sulla base dell'indagine Xmas Survey 2012 di Deloitte, dalla quale si evidenzia che i cibi rappresentano il 36% delle spese di Natale.

Gli italiano non rinunciano dunque a pranzi e cenoni della tradizione natalizia, dunque, ma cambiano le abitudini d'acquisto: si preferiscono prodotti locali e made in Italy, si riscoprono le ricette del passato. "Il 59% degli italiani porterà in tavola prodotti made in Italy  - spiega la Coldiretti  il 23% utilizzerà prodotti locali o a chilometri zero, l’11% userà prodotti biologici, mentre un 18% guarderà alle offerte ed ai prezzo più bassi. Il 44% degli italiani preferisce acquistare prodotti locali (lo fa soprattutto perché ritiene abbiano un valore anche economico) e il 35% dei cittadini è convinto che acquistando prodotti locali si crei ricchezza locale".


Il punto di vista della Gdo

In Italia i volumi di vendita nella grande distribuzione registrano per il 2012 un trend negativo.

Lo afferma Francesco Pugliese, direttore generale di Conad, durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno a presentazione dei dati di bilancio preconsuntivo tenutasi il 13 dicembre a Milano.

“Abbiamo riscontrato un calo del valore medio dello scontrino della spesa - spiega Pugliese - Questa situazione si protrarrà per tutto il 2013: se non si riprende il lavoro difficilmente si possono riprendere i consumi”.


Meno brindisi sulle tavole


"Gli aumenti dei listini al consumo di prosecco e rosso (in media tra il +1% e il +2%), portano ad una contrazione del budget per le bevande e gli italiani si orientano verso etichette più economiche" commenta la Cia.
L'organizzazione riporta che per una bottiglia di spumante si spenderanno mediamente tra i 5 e i 10 euro, mentre per il vino sarà privilegiata la fascia compresa tra i 3 e i 7 euro, con una spesa complessiva che è stimata intorno ai 697 milioni di euro per le "bollicine" e ai 345 milioni di euro per il vino.
La Cia stima che tra
 Natale, Capodanno ed Epifania verranno stappate circa 162 milioni di bottiglie, con un calo dell’1,8% rispetto al 2011. "In ogni caso ancora una volta le bollicine nazionali stravincono sullo champagne - conclude l'organizzazione - con quasi 93 milioni di tappi nostrani pronti a saltare in aria durante le prossime festività".