La perturbazione che sta portando sulla Penisola violente piogge e temporali tenderà ad accentuarsi ulteriormente nel corso della giornata; le precipitazioni raggiungeranno gradualmente anche il resto del Centro-Sud.
Il punto della situazione
Come preventivato la parte più intensa della perturbazione atlantica è in azione su molte regioni italiane. Il vortice ciclonico si sta ulteriormente intensificando con un approfondimento del minimo sui mari della Corsica, ove attualmente si misurano valori barici di circa 987 hPa. La bassa pressione viene alimentata dai contrasti fra l'aria fredda artica e le umide correnti sciroccali che precedono il fronte. La possente configurazione e la bassa velocità del sistema costituiscono un'ulteriore insidia per la formazione di temporali autorigeneranti. Torna così l’incubo delle celle temporalesche stazionarie, in grado di scaricare enormi quantitativi di pioggia.
Le regioni maggiormente colpite dal fronte del maltempo saranno in particolare quelle settentrionali, ove abbondanti ed incessanti fenomeni precipitativi innescheranno pericolose piene dei fiumi. Grazie ad un graduale calo termico la neve sta già cadendo sui 1400 - 1500 metri, contribuendo a trattenere parte dell’acqua caduta.
L'occhio della perturbazione, approfondendosi ulteriormente, determinerà inoltre un netto rinforzo dei venti: con lo scirocco sull'Adriatico e il libeccio sul Tirreno.
Analisi
Uno degli eventi che contraddistinguono un inverno degno di nota è sicuramente lo split del Vp (la rottura in due tronconi del vortice polare). La gelida bassa pressione situata abitualmente sul Polo Nord è stata attaccata da ambo i lati dalle elevazioni delle alte pressioni subtropicali, quella pacifica da una parte e quella atlantica dall’altra.
Una rottura indotta da tale configurazione barica spinge le due rispettive parti del Vp a scendere verso sud: uno dei tronconi scenderà verso la Siberia, l'altro verso il Canada. Si avrà perciò un brusco e acuto raffreddamento delle terre boreali, in grado di influenzare gran parte dell’emisfero settentrionale.
Effetti sull'Italia
Nella prima fase l'Italia non sarà direttamente influenzata del raffreddamento: il nucleo gelido del Vp sceglierà la via occidentale – più lunga – per entrare nel Mediterraneo, facendosi sentire solo in un secondo momento.
Evoluzione
Step numero uno: entrando nel cuore del Mediterraneo i primi refoli freddi e instabili hanno dato vita alla profonda depressione mediterranea, che nel suo movimento verso oriente sta investendo con locali nubifragi gran parte della Penisola. Le aree più colpite sono la Liguria, l'Alto Tirreno e le regioni alpine. In ombra pluviometrica – quindi meno battute – risultano le regioni adriatiche.
Step numero due: tra oggi e domani la colata artica riuscirà a penetrare la porta del Mediterraneo centrale. I venti si disporranno dai quadranti settentrionali e i valori termici subiranno un drastico calo. Le nevicate inizieranno ad imbiancare Alpi, Prealpi e Appennino settentrionale anche a quote collinari. Grazie a fenomeni meno intensi e all’arrivo della neve, rientrerà gradualmente l’allerta meteo lungo la Penisola.
Tendenza
Le principali linee di tendenza restano pressoché invariate e principalmente concordi nel vedere, nei primi giorni di dicembre, l'ingresso di aria molto fredda che arriverà fino alle regioni centrali. Non si tratterà di una vera ondata di gelo, ma al termine di un lungo periodo sopra le medie il calo delle temperature non passerà inosservato.
Conclusione
In questo giro il Mezzogiorno sembra restare fuori dai giochi del freddo. Discorso diverso invece per il Centro Nord, ove la quota neve potrebbe scendere sino ai fondovalle e nelle pianure interne, soprattutto nell'area tra il Basso Piemonte e l’Emilia.