Via libera all'unanimità alla legge "Salva olio" da parte del Senato: passano ora alla Camera i disegni di legge Mongiello (Pd), contenente norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergine, e Vallardi (Lega), sull'attuazione dell'articolo 4 della legge 3 febbraio 2011, n. 4, in materia di etichettatura dei prodotti alimentari. L'approvazione è giunta ieri 30 ottobre dalla Commissione Agricoltura in sede deliberante (cioè senza la necessità del passaggio in aula).

 

"Un passo avanti fondamentale nella battaglia a difesa del vero made in Italy dalle frodi e dagli inganni" ha commentato il presidente della Coldiretti Sergio Marini, auspicando che il passaggio alla Camera avvenga al più presto.

 

Il disegno di legge completa l'intervento già anticipato dal Parlamento con una norma precedente sul valore probatorio del panel test e sui limiti degli alchil esteri. "La disciplina approvata al Senato - ha spiegato la Coldiretti - risulta di fondamentale interesse per quanto riguarda, in particolare, il contrasto a pubblicità ingannevoli e alla illiceità dei marchi introducendo, altresì, a favore del consumatore, l'obbligo di inserire il termine minimo di conservazione, prescrivendo le modalità di presentazione degli oli nei pubblici esercizi".

 

"Con le nuove norme sul contrasto delle frodi - ha precisato la Coldiretti - si stabiliscono le responsabilità delle persone giuridiche per i reati commessi in materia alimentare, introducendo nuovi istituti processuali investigativi e, soprattutto, sanzioni accessorie alla condanna con la pubblicazione della sentenza".

 

Soddisfazione anche da Unaprol: "Il disegno di legge - ha affermato il presidente di Unaprol Massimo Gargano - offre maggiori garanzie perché crea una barriera di anticorpi a favore delle imprese olivicole e dà alle aziende serie di questo settore l'opportunità di alimentare la catena del valore intorno al prodotto simbolo del made in Italy nel mondo".

 

"Da agosto scorso, data di entrata in vigore del decreto sviluppo, che ha anticipato le norme sulla riduzione degli alchil esteri, il prezzo dell'olio extra vergine di oliva è aumentato del 15 - 20% - ha riportato Gargano - Un segnale positivo perché sposta sulla qualità l'offerta di un mercato ancora troppo confuso".
"Nella competizione globale - ha aggiunto Gargano - le imprese olivicole italiane hanno bisogno di recuperare come elemento di competitività il legame con il territorio e l'origine certa del prodotto. Un binomio indissolubile che non può essere confuso sullo scaffale con la logica del discount e del tre per due".

 

 

L'olivicoltura italiana

Ci sono oltre 250 milioni di olivi sul territorio nazionale che garantiscono un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative all'anno e un fatturato di 2 miliardi di euro.
La produzione nazionale, in base ai dati dell'osservatorio economico di Unaprol, si concentra in Puglia (35%), Calabria (33%), Sicilia (8%), Campania (6%), Abruzzo (4%), Lazio (4%), Toscana (3%) e Umbria (2%). Sono 43 gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall'Unione Europea.