Nella produzione europea di alcol viti-vinicolo, per la campagna in corso, Widen prevede un calo del 15% per la distillazione dei sotto-prodotti e addirittura del 60% di quella di acquaviti di vino rispetto ai volumi prodotti nella campagna 2011-12. E' quanto emerge dai dati elaborati e presentati da Widen all'Assemblea generale, che si è tenuta lo scorso 14 settembre a Lisbona nella sede dell’And, Associação nacional de destiladores. Da una nota diffusa dal network internazionale si apprende che è stato inoltre presentato il Report sull’attività di Widen nel biennio 2011-12. Marco Bertagni, direttore di Widen, e amministratore delegato di Bertagni Consulting Srl, la società che gestisce in outsourcing il network che aggrega circa il 65% delle distillerie europee di vino e sottoprodotti del vino, ha inoltre delineato gli obiettivi strategici da perseguire nel biennio 2013-14. I delegati, provenienti da sei diversi Paesi comunitari, hanno analizzato in profondità la situazione di mercato e il delicato fronte dell’approvvigionamento di materie prime.


Per quanto riguarda la distillazione dei sotto-prodotti la Commissione europea ha più volte rassicurato Widen circa il fatto che si tratta di un istituto consolidato e che gli aiuti riconosciuti da Bruxelles alla distillazione di fecce e vinacce non sono in discussione.

Più confusa è la situazione per l’alcol di origine vinica da destinare all’uso bocca. Nei quattro anni post-riforma dell’Ocm vino gli Stati membri hanno riconosciuto aiuti differenziati alla distillazione del vino e questo ha generato distorsioni concorrenziali. Da luglio 2012 questi aiuti non esistono più e questo dovrebbe porre le distillerie sullo stesso piano. In realtà non è così. La deregulation voluta da Bruxelles nel settore sta generando problemi operativi gravi. Da un lato, “metodi tradizionali” riconosciuti in un Paese (esempio additivazione di un aroma nel brandy) non sono – a parere della Commissione – legittimi in un altro Stato membro, dall’altro, metodi antichi e anch’essi per molti versi tradizionali praticati in un Paese (ad esempio in Francia) sono stati dichiarati non in linea con i Regolamenti comunitari.

 

Produzione di alcol di origine vinica in ettanidri (Fonte Widen)



Il settore - come emerso all’Assemblea di Widen - sta pagando una carenza strutturale di materie prime da distillare i cui costi sono talmente elevati da mettere a repentaglio il mantenimento delle quote di mercato acquisite dalle distillerie. E’ necessario creare le condizioni giuridiche ed economiche affinché si allarghi la disponibilità di materie prime – vino, fecce e vinacce – e le possibilità di utilizzo dei distillati vinici e di origine vitivinicola. In caso contrario, o il mercato del brandy europeo verrà colonizzato da prodotto d’importazione (spesso contenente distillato d’origine vinica), o i consumi si contrarranno sempre di più, essendo la domanda di questo prodotto fortemente influenzabile dall’aumento dei prezzi.
 

Il tema ambientale è sempre più considerato centrale nell’ambito dell’attività gestionale di una distilleria vitivinicola. Da un lato, Widen punta al riconoscimento nei vari Stati membri di quanto la categoria si è vista riconoscere a livello europeo, e cioè che l’etanolo d’origine vitivinicola ha un “valore doppio” qualora destinato ad usi fuel; dall’altro le distillerie stanno valutando investimenti per ottimizzare la produzione interna di energia attraverso sistemi di co- e tri-generazione. La società Bono Sistemi Spa ha partecipato all’Assemblea di Widen e alla visita delle distillerie portoghesi che si è svolta il giorno successivo.