Utilizzare i fondi strutturali per battere la crisi; il rilancio della crescita e dell'occupazione passa attraverso il rafforzamento del bilancio Ue in un'ottica di maggiore coesione e responsabilità.
In questi giorni sembra cambiato l'orientamento generale, tutto di matrice tedesca, di ridurre il bilancio Ue per la prossima programmazione economica 2014- 2020 in nome del principio di austerity generale in tempo di crisi, che inevitabilmente avrebbe coinvolto il budget agricolo visto il suo peso specifico all'interno del bilancio comunitario.

A ben guardare, i fondi strutturali rappresentano uno dei pochi strumenti attualmente a disposizione per creare crescita ed occupazione senza pesare sui bilanci nazionali già in sofferenza per il continuo aumento dello spread che rende sempre più oneroso il rifinanziamento sul mercato obbligazionario.
La strategia Europa 2020, erede di quella di Lisbona del 2000, aveva come obiettivo il rilancio dell'economia dell'occupazione e la competitività dei Stati membri.
Purtroppo, molti provvedimenti presi in questi anni non hanno avuto finora quell'impatto atteso sull'economia e l'occupazione.

Il punto di svolta è la qualità della spesa, elemento fondamentale per creare crescita anche con un budget limitato e moltiplicare così gli effetti benefici sul territorio.

Il metodo della riprogrammazione dei fondi, introdotto dal ministro Barca, si è rivelato talmente efficace da essere preso come modello a livello europeo: il patto per la crescita, approvato a fine giugno da Bruxelles, invita tutti gli Stati membri a riprogrammare le risorse al fine di concentrare le risorse su interventi per la crescita e l'occupazione.
Allo stesso modo nel comparto agricolo si fa sempre più strada l'idea che nel processo di applicazione del criterio per ettaro della nuova Politica agricola comune si dovrà tener conto anche della capacità delle aziende agricole di creare lavoro ed occupazione; trasformando in questo modo la nuova Pac in una vera politica per l'occupazione.
Criterio occupazionale previsto, inoltre, nei criteri di riparto dei fondi per lo sviluppo rurale dove nei vari scenari di ripartizione ipotizzati si prende come riferimento anche in numero di occupati e la produttività del lavoro in agricoltura. La riprogrammazione dei fondi ha interessato negli ultimi 12 mesi anche l'attuazione dei programmi di Sviluppo rurale 2007-2013, sull'onda dell'estrema volatilità ed incertezza del contesto economico.

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