Riprenderà questo fine settimana la distribuzione di acqua per irrigazione anche nei campi serviti dalla centrale idraulica di Mondine, nel mantovano, disastrata dalle scosse telluriche dei giorni scorsi; per evitare un ulteriore, gravissimo danno all'agricoltura, è stato costruito un nuovo impianto di pompaggio, ubicato un centinaio di metri a monte di quello oggi impraticabile. Edificato a tempo di record ed a completo carico anche finanziario del Consorzio di bonifica Emilia Centrale, "disseterà" 26.000 ettari di territorio, irrorandolo con 20.000 litri d'acqua al secondo.

"E' un intervento straordinario – commenta Massimo Gargano, presidente dell'Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni)che testimonia, una volta di più, la grande capacità operativa degli enti di autogoverno del territorio, in grado di dare risposte concrete, in pochi giorni e anche in condizioni difficili, alle esigenze della comunità".

Analoghe situazioni si stanno registrando nei comprensori terremotati di Lombardia ed Emilia Romagna, idraulicamente gestiti dai Consorzi di bonifica Terre dei Gonzaga (Mantova) e Burana (Modena). Nel primo, dopo gli iniziali momenti di disagio, è tornata efficiente l'irrigazione a servizio di 20.000 ettari in Destra Po.

In particolare l'ente consortile della Burana, nonostante le gravi lesioni riportate dalle strutture, è comunque riuscito a riattivare le centrali Ubertosa, Concordia Sud e Sabbioncello, distribuendo acqua a 300.000 ettari grazie ad una rete di canali lunga 2.300 chilometri.

Gargano sottolinea però che resta ancora aperta la questione del ripristino statico degli immobili, la cui agibilità è al momento garantita solo da interventi provvisori a tutela dell'incolumità del personale. Lavoratori che, come ricorda Gargano, "stanno operando con assoluta abnegazione in condizioni di grande precarietà per garantire le produzioni in zone, emblema del made in Italy agroalimentare e dove si realizza il 2% del Pil italiano".

Gargano sottolinea l'importanza di "stanziamenti urgenti per il consolidamento o la ricostruzione delle strutture idrauliche danneggiate, non solo per la distribuzione dell'acqua ad uso agricolo, ma anche per la salvaguardia idraulica del territorio; da soli, i consorzi di bonifica non ne hanno le risorse necessarie. Ricordiamoci che, se il terremoto speriamo sia alle spalle, all'orizzonte abbiamo la stagione autunnale con tutte le incertezze meteorologiche, che i cambiamenti climatici hanno accentuato".