Prosegue da tre giorni in Sicilia il blocco dei tir, proclamato dal movimento "Forza d'urto" che raccoglie i camionisti aderenti all'associazione imprese autotrasportatori siciliani, agricoltori di "Movimento dei forconi" e pescatori che da lunedì scorso bloccano strade, ferrovie e porti, per protestare contro l'aumento del prezzo dei carburanti e dei pedaggi autostradali. 

Cia: 'Agricoltura, danni per milioni di euro'

"Il fermo degli autotrasportatori e il blocco della circolazione hanno messo in ginocchio l'intera economia agricola della Sicilia, con danni al settore per milioni di euro". Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori nazionale che, insieme al presidente della Cia Sicilia, Carmelo Gurrieri, ha chiesto ai ministri degli Interni e delle Politiche agricole, al presidente della Sicilia e all'assessore regionale all'Agricoltura, un immediato incontro e interventi urgenti per garantire il diritto al trasporto dei prodotti ortofrutticoli e del latte, ma anche per evitare pericolose contrapposizioni tra produttori e autotrasportatori

Ad avviso della confederazione, la protesta degli autotrasportatori e di quanti si sono uniti alle loro iniziative, seppur comprensibile, non può essere condivisa perché contribuisce a peggiorare le condizioni economiche di migliaia e migliaia di agricoltori, costretti a far marcire i prodotti nei campi e a buttare il latte dei propri allevamenti.

Coldiretti: 'In Sicilia tonnellate di verdure marciscono'

"Tonnellate di frutta e verdura siciliane stanno marcendo perché non riescono a raggiungere gli scaffali dei negozi che a causa del blocco sono sempre più vuoti con gravi disagi per i consumatori e danni per milioni di euro ai produttori". A rilevarlo è la Coldiretti, in riferimento agli effetti disastrosi per l'economia siciliana che sta provocando lo sciopero dei tir nell'isola contro il caro benzina.

La Coldiretti sottolinea inoltre che anche le vasche di raccolta del latte, ormai piene, rendono impossibili nuove consegne dalle stalle. "In un momento economico già difficile ai danni immediati - conclude la Coldiretti - si sommano quelli futuri perché ci sono accordi commerciali che rischiano di saltare per la mancata consegna, a vantaggio delle importazioni. Bisogna trovare un soluzione che nell'ambito delle reali possibilità garantisca lo svolgimento del lavoro".