I primi refoli freschi dal nord Europa non hanno apportato condizioni prettamente invernali: percorrendo meteorologicamente l'andamento dell'ultima settimana, si notano ancora gli effetti di quella pesante anomalia che ha segnato l'autunno. Oggi, alle porte dell’inverno, è atteso l’arrivo del primo vero freddo, scenderà dall’Artico con l'ausilio di apporti gelidi d'estrazione continentale. Il ritorno dell'alta pressione, che sino a qualche giorno fa sembrava certa, troverà diversi ostacoli nel suo cammino.
Il punto della situazione
Nel corso delle ultime ore una perturbazione atlantica, aiutata dalla circolazione ciclonica a nord delle Isole britanniche, ha conquistato le regioni occidentali italiane, le Alpi e la Val Padana, portando un generale peggioramento delle condizioni meteo, seppur con fenomeni di debole intensità. Gli accumuli infatti hanno toccato dalla mezzanotte punte di 5-10mm sui settori pedemontani e prealpini lombardo-veneti, mentre le zone di pianura al più sono state colpite da deboli piovaschi. Pressoché asciutto su Piemonte ed Emilia Romagna, sotto l’effetto dei venti favonici in discesa dai monti. Punte maggiori su Liguria (35mm nel Golfo del Tigullio e 40mm in Lunigiana) nonché sulla Garfagnana (50mm).
Prime nevicate sulle Alpi. Le temperature negative nei bassi strati hanno permesso ai fiocchi di cadere anche a quote piuttosto basse, intorno agli 800-1000 metri sull’arco alpino, fin verso il fondovalle sull'Alto Adige, con una spolverata anche a Bolzano e fiocchi fin verso Trento.
Piogge abbondanti in arrivo anche sul basso Tirreno. Netto peggioramento in queste ore delle condizioni al Sud, i cieli sereni o poco nuvolosi verranno gradualmente sostituiti da frequenti rovesci. Dal punto di vista termico son state raggiunte massime di 21°C a Catania Sigonella, 17-20°C sul resto del Centro-Sud; appena 5-7°C tra ovest Emilia e Lombardia. Raffiche di garbino sul medio Adriatico, con punte di 50km/h.
Analisi
Atlantico a pieno regime: non c'è più quella fastidiosa figura anticiclonica che aveva regnato incontrastata per quasi tutto il trimestre autunnale, ma si conferma ancora una certa difficoltà dell'inverno nell'imporsi sull’Europa.
Una palude barica con intense correnti miti atlantiche,ciò che resta dell’alta pressione sul vecchio continente - proprio per questo - il serbatoio d'aria gelida ha difficoltà nel scendere di latitudine.
Un primo assaggio freddo ha raggiunto le nazioni centrali dell'Europa e le zone nord-alpine, ma gli effetti più significativi sono rimasti relegati principalmente sulle nazioni più settentrionali del Continente. A parte l'Islanda, le temperature si sono assestate lievemente sottomedia. L'Europa orientale ha dovuto invece sopportare valori termici più caldi della norma, con anomalie positive più marcate (5-6 gradi oltre la media stagionale), ove il freddo – accentuato nel precedente periodo grazie all'assenza del flusso atlantico – ha deciso di prendersi una pausa.
L'attività marcata delle correnti atlantiche hanno trasportato perturbazioni in serie: le piogge hanno riempito i serbatoi su gran parte del continente, seppure distribuite in modo irregolare. Le aree mediterranee e anche i Balcani sono state in parte risparmiati dalle precipitazioni, protette da una propaggine anticiclonica in contrapposizione al flusso perturbato sulle medie-alte latitudini.
Evoluzione
Prima di cedere sotto al dominio artico, l’Italia avrà modo di degustare l’ultima perturbazione autunnale, ma questa volta risulterà ben più intensa delle precedenti. I primi sintomi si avvertiranno già domani, accompagnati da venti piuttosto intensi. Attese forti mareggiate sulle coste Liguri, Toscane e della Sardegna settentrionale. Il freddo sul Nord Europa è un primo segno e i fiocchi di neve in pianura aprono chiaramente la pista all'inverno.
Il vortice polare (l'enorme area ciclonica in rotazione sul polo nord) perderà gradualmente potenza, in tal modo, dopo tantissimo tempo, l'anticiclone delle Azzorre avrà modo di provare a distendersi verso nord favorendo la tanto attesa irruzione fredda.
Tendenza
La seconda parte settimanale sarà condizionata da un'estrema dinamicità. La perturbazione più intensa transiterà domani e sarà accompagnata – come già detto – da fortissimi venti. Nelle regioni più esposte si prevedono vere e proprie burrasche, dopodiché è atteso il freddo. Dal weekend, infatti, i venti ruoteranno da nord ovest trasportando masse d'aria fredda di natura artica.
L’innesco di un minimo sui mari meridionali italiani andrà a causare un peggioramento di chiaro stampo invernale sulle regioni del centro sud. L'abbassamento delle temperature porterà la neve a quote localmente collinari.
La settimana natalizia sarà condizionata da un freddo persistente, ma mentre nelle regioni Settentrionali torneranno ampi spazi di sereno, al Sud non è escluso l’arrivo di un nucleo d'aria fredda con nuove nevicate a bassa quota.
Quanto durerà il freddo?
Dalle ultime analisi modellistiche previsionali, risulta tenerci compagnia almeno per tutta la settimana natalizia. L'alta pressione estendendosi verso est si allaccerà con il serbatoio freddo sull'Europa orientale, favorendo un perdurare di valori termici consoni al periodo invernale.
Conclusioni
Non sono ancora escluse teorie evolutive all’insegna del flusso atlantico, ma le dinamiche offrono previsioni per un avvio dell'inverno in grande stile.