Ammonta a 297,1 milioni di euro il recupero di contributi e premi evasi nel 2010 ottenuto grazie all'attività ispettiva del ministero del Lavoro, Inps, Inail ed Enpals. I dati sono stati diffusi durante il convegno su "Il contrasto al lavoro sommerso". 

La direzione generale per l'attività ispettiva del ministero del Lavoro rivela inoltre che su 262.014 aziende ispezionate, 171.810 sono risultate irregolari (il 66% di quelle controllate).

Confagricoltura: 'Serve tolleranza zero, ma anche flessibilità e semplificazione

"Il fenomeno del lavoro sommerso rappresenta un problema per lo Stato, per i lavoratori e per le imprese agricole in regola". Lo ha detto il responsabile della direzione sindacale di Confagricoltura Roberto Caponi al convegno della direzione generale per l'attività ispettiva del ministero del Lavoro su "Il contrasto al lavoro sommerso". 

Per Confagricoltura: "Le aziende che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro dipendente si trovano costrette a competere con aziende 'sommerse'. Su questo problema, in alcune realtà territoriali, si innestano situazioni di conclamata illegalità, come l'immigrazione clandestina ed il caporalato". 

L'organizzazione degli imprenditori agricoli è per la 'tolleranza zero' verso ogni forma di lavoro sommerso; lo testimoniano gli avvisi comuni sottoscritti con le organizzazioni sindacali finalizzati a fornire indicazioni e proposte per contrastare il fenomeno.

Cia: 'Una piaga del sistema economico italiano'

"Il lavoro sommerso: una piaga del sistema economico italiano che deve essere sconfitta senza esitazioni". Lo sottolinea la Cia, Confederazione italiana agricoltori.

"I dati 2010 sull'azione ispettiva diffusi dal ministero del Lavoro - rimarca la Cia - registrano un incremento delle violazioni rispetto al 2009 che non può essere unicamente addebitabile alla drammatica situazione economica in cui vivono molte imprese da qualche anno a questa parte, quelle agricole al primo posto, ma è indice di comportamenti strutturati che devono essere rimossi. La Cia auspica che tutte le amministrazioni competenti recepiscano lo spirito delle recente legislazione in materia di ispezioni sul lavoro, abbandonando ogni residua impostazione di carattere puramente formale e burocratico, che può rivelarsi, alla fine, controproducente proprio rispetto all'intenzione di contrastare il lavoro sommerso".