Nella sede del Consorzio Virgilio, capofila del progetto, si è costituito ufficialmente il consorzio agroalimentare 'Po di Lombardia', nuova aggregazione tra cooperative agricole, consorzi agroalimentari, centri di ricerca, istituti di credito e associazioni. Confai Lombardia è l’unico sindacato del comparto primario che supporta il distretto in qualità di socio fondatore.
Il distretto 'Po di Lombardia' è nato dall’iniziativa di diverse realtà lombarde legate al settore primario. Queste ultime, poco meno di un anno fa, avevano intrapreso un percorso di collaborazione per dare vita ad un distretto agroalimentare che potesse valorizzare i prodotti delle tre filiere principali della zootecnia lombarda: lattiero-casearia, suinicola e della carne bovina.
La nuova società di distretto 'Po di Lombardia' nasce sulla scia della specifica normativa adottata nel marzo 2010 dalla Regione Lombardia, che con la pubblicazione del decreto n. 1757 approvato dalla Direzione generale Agricoltura emanava specifiche disposizioni attuative per l’accreditamento dei distretti agricoli sul territorio lombardo. Si dava così il definitivo via libera alla procedura regionale di costituzione e richiesta di finanziamento pubblico per questa particolare forma di aggregazione di imprese nel settore primario.
Il distretto 'Po di Lombardia' avrà soci distribuiti nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova e Pavia. Il fatturato complessivo delle aziende aderenti dovrebbe raggiungere il miliardo di euro.
"A partire dalla fine di febbraio – chiarisce Sandro Cappellini, direttore di Apima Mantova e coordinatore nazionale di Confai – la Regione aprirà i bandi per la presentazione dei Piani di Sviluppo dei Distretti: inizierà così la prima fase operativa per 'Po di Lombardia', che dovrà presentare un progetto per dimostrare come si intendono valorizzare le tre filiere di interesse per il consorzio".
Dovrebbe inoltre iniziare nei prossimi mesi un percorso per la definizione di una specifica legislazione regionale di vantaggio finalizzata a valorizzare il ruolo dei distretti. "Questi ultimi – precisa Cappellini – in un periodo di particolare difficoltà per la finanza pubblica potrebbero diventare i destinatari privilegiati delle risorse residue destinate allo sviluppo del settore primario".
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