Il presidente dell'Antitrust-Autorità garante della concorrenza e del mercato Antonio Catricalà, ha presentato alla Camera la relazione annuale sull'attività svolta nel 2009 dall'Antitrust, alla quale sono seguiti i commenti di alcune organizzazioni agricoile.

La Coldiretti ha, infatti, dichiarato: "Occorre una difesa nei confronti dei nuovi poteri forti dell'agroalimentare dove poche grandi piattaforme commerciali di acquisto trattano sul mercato in abuso di posizione dominante e con prevaricazione delle centinaia di migliaia di imprese agricole che non hanno nessun potere contrattuale e sono costrette a subire formule vessatorie che mettono a rischio le condizioni di competitività della produzione made in Italy".

Il commento è stato fatto in relazione alla richiesta avanzata da Catricalà, di ampliare il raggio di intervento dell'Antitrust in favore delle piccole e medie imprese, esposte alle stesse scorrettezze che colpiscono i consumatori. 

"Per ogni euro speso dai consumatori per l'acquisto di alimenti - sottolinea la Coldiretti - oltre la metà (il 60%) va alla distribuzione commerciale, il 23% all'industria di trasformazione e solo il 17% per remunerare il prodotto agricolo. In altre parole il prezzo di un prodotto aumenta più di cinque volte dal campo alla tavola per colpa delle distorsioni e delle speculazioni lungo la filiera di cui la distribuzione commerciale è certamente in parte responsabile nei confronti dei consumatori e dei produttori agricoli.  E' quindi necessario - secondo la Coldiretti - un intervento nei confronti di un comportamento commerciale lesivo della concorrenza lungo la catena di approvvigionamento alimentare".

"Non possiamo che apprezzare la sollecitazione che viene dal garante per la concorrenza Antonio Catricalà di tutelare maggiormente le piccole e medie imprese che sono le più esposte alle oscillazioni finanziarie e all'atteggiamento aggressivo dei grandi colossi commerciali". Lo sostiene il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito alla relazione dell'Antitrust presentata al Parlamento. 

"Il potere contrattuale delle imprese agricole – spiega Politi - è andato sempre più diminuendo a vantaggio di pochi che fanno sentire il loro peso sul mercato. Siamo d'accordo con il garante quando afferma che il mancato avvio delle riforme per l'attuazione di una piena concorrenza pesa sui costi di famiglie e imprese. Nel nostro Paese i costi degli input produttivi sono più alti della media europea. Un adeguamento dei costi a quelli europei darà respiro alle imprese e agli agricoltori che rispetto ai loro colleghi comunitari hanno registrato nel 2009 la flessione più consistente dei redditi. Di qui la necessità di politiche ed interventi mirati che finora sono, purtroppo, mancati".