Federalimentare è in Cina per rappresentare l'industria alimentare italiana, secondo comparto produttivo del Paese, nell'ambito della missione organizzata da Ice-Istituto per il commercio estero, Confindustria ed Abi sotto l'egida del ministero dello Sviluppo economico e quello degli Affari esteri

Si tratta della terza grande missione di sistema in Cina, dopo la prima nel 2004 con il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e la seconda del settembre 2006, a dimostrazione dell'attenzione che il Governo dedica al mercato cinese quale volano del rilancio economico del nostro Paese. 

“La costante crescita delle nostre esportazioni alimentari in Cina - dichiara il direttore generale di Federalimentare Daniele Rossi - trova conferma nei primi mesi del 2010: nel primo trimestre infatti sono stati raggiunti i 28,7 milioni, con un +72,9% sullo stesso periodo 2009. Oltre, come dicevamo, alla presenza di una importante tradizione gastronomica che lascia escludere l'ipotesi di un'affermazione della cucina italiana quale modello alimentare di massa, come avvenuto invece in altri Paesi carenti in fatto di identità alimentare, a rallentare l'affermazione dei nostri prodotti in Cina contribuisce il quadro amministrativo locale. Dovrebbero infatti - prosegue Rossi - diminuire le barriere tariffarie e non tariffarie, le restrizioni sanitarie, e dovrebbero essere semplificate le certificazioni e in generale le procedure: troppo spesso onerose, frammentarie e stratificate”.

“Purtroppo - commenta il direttore generale di Federalimentare - l'esiguità delle importazioni dall'Italia non ha consentito ancora la creazione di una categoria professionale e qualificata di importatori-distributori. Le imprese italiane trovano parecchi ostacoli su questo fronte, e ciò  aggrava i problemi di reperibilità dei prodotti, penalizzando i consumi. Uno degli obiettivi della nostra missione in Cina è, infine la crescita qualitativa e quantitativa in loco della ristorazione italiana. E' questo lo snodo cardine della penetrazione della nostra cucina e dei nostri prodotti. Com'è noto, esso si è rivelato ovunque un grande volano di conoscenza e di consumo”.