In Emilia-Romagna, il ruolo della cooperazione agroalimentare è di primo piano. Il prodotto controllato è pari a circa il 50% dell'intera produzione regionale nel comparto dell'ortofrutta, ad oltre il 55% nel settore vitivinicolo e ad oltre il 60% nel settore lattiero caseario in particolare per quanto riguarda le produzioni Dop Parmigiano-Reggiano e Grana Padano. Si tratta di "primati decisamente importanti che dovranno essere mantenuti e ulteriormente rafforzati, attraverso politiche e strategie adeguate, per affrontare e vincere la sfida di un mercato globale sempre più aperto e competitivo": queste le parole di Giovanni Bettini, appena riconfermato presidente di Fedagri Emilia-Romagna.
La situazione in Emilia-Romagna
Nonostante la pesante crisi generale che ha colpito tutti i principali settori economici, nel 2009 le cooperative agricole ed agroalimentari aderenti a Fedagri/Confcooperative dell'Emilia Romagna hanno mostrato una sostanziale tenuta. Le 512 imprese associate hanno infatti sviluppato un fatturato di 8,1 miliardi di euro, con una contrazione dell'1,9% sull'anno precedente ed un aumento di oltre il 26% rispetto all'ultimo quinquennio. Gli addetti hanno sfiorato le 18.000 unità con una crescita del 6% sul 2008 e del 18% rispetto al periodo 2004/2009; sempre in questo quinquennio i soci di Fedagri/Confcooperative Emilia Romagna sono diminuiti di quasi il 10% passando da 88.000 a circa 75.000 unità. Sono questi i dati principali emersi dall'Assemblea annuale della Federazione.
Il commento del presidente
"A fronte della sostanziale tenuta delle imprese cooperative - ha affermato Giovanni Bettini - non bisogna però dimenticare le difficoltà incontrate negli ultimi tempi dalle aziende agricole, anche socie di cooperative, nel fare reddito. Sono sotto gli occhi di tutti le notevoli fluttuazioni e gli aumenti dei costi dei fattori produttivi e l'altissima volatilità dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali che in molti casi non consentono alle aziende agricole di coprire nemmeno i costi di produzione".
"In questo contesto - ha proseguito Bettini - la cooperazione agroalimentare, con i propri uomini e le proprie strutture, vuole continuare a svolgere un ruolo di primaria importanza nella realtà produttiva emiliano-romagnola".
Le linee guida per una strategia di sviluppo
"Sarà indispensabile - ha ricordato - individuare o potenziare strumenti in grado di supportare adeguatamente il sistema produttivo. Innanzitutto, le risorse dovranno essere destinate alla crescita competitiva delle imprese agricole ed agroalimentari, poi a livello comunitario per le organizzazioni dei produttori e i consorzi di tutela dovranno essere definite modalità di programmazione cogente; inoltre, occorrerà potenziare le azioni più indicate per intervenire in modo efficace nelle situazioni di gravi crisi di mercato ed incentivare l'utilizzo di soluzioni assicurative per risarcire i danni provocati da calamità naturali ma anche per garantire un reddito alle aziende agricole colpite da crisi di mercato".
"Contemporaneamente - ha aggiunto Bettini - al fine di aumentare il potere contrattuale dei fornitori agroalimentari nei confronti della Grande Distribuzione Organizzata, sarà necessario definire in ambito europeo appositi codici di comportamento in grado di regolare gli aspetti contrattuali assicurando la pari dignità dei soggetti coinvolti con l'obiettivo di raggiungere una equa ridistribuzione del valore aggiunto".
Bettini sottolinea lo stretto rapporto con le istituzioni. "Abbiamo proposto e condiviso con l'assessore Tiberio Rabboni, fin dai primi momenti del suo insediamento, alcune linee strategiche della politica agricola regionale quali:
- la valorizzazione delle distintività delle produzioni agroalimentari della nostra regione;
- la necessità di orientare le risorse pubbliche ad investimenti strutturali con valenza strategica, tesi a far crescere la competitività nel mercato globale delle filiere agroalimentari regionali, che trovano nella cooperazione il naturale modello imprenditoriale di riferimento;
- la gestione coordinata tra i vari enti (Regione, Camera di Commercio, Ministero, Ice...), delle risorse pubbliche per acquisire le indispensabili conoscenze di nuovi mercati al fine di favorire la promozione e la diffusione dei nostri prodotti all' estero;
- l'innovazione, la sperimentazione e la ricerca come aspetti strategici per elevare ulteriormente le professionalità degli addetti, rendere più competitivo il sistema, migliorando la qualità delle produzioni, mantenendo attenzione sull'evoluzione dei gusti e sulle modifiche delle abitudini alimentari;
- la necessità di favorire l'accesso al credito per le imprese attraverso il sistema dei consorzi fidi (Cooperfidi ed Agrifidi)."
"Queste linee - commenta il presidente - sono state sostenute come Fedagri nel continuo confronto con l'assessorato Agricoltura e con le altre organizzazioni professionali e cooperative e sono state anche tenute nella debita considerazione nella elaborazione del Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2007/2013".
Maggiore attenzione all'export
"Adeguata attenzione - evidenzia Bettini - va dedicata ai mercati internazionali; il nostro è un Paese per alcuni prodotti, naturalmente esportatore. Ogni anno vengono esportati i due terzi della produzione ortofrutticola e la metà di quella vitivinicola .
Nel complesso però le cooperative della nostra Regione manifestano ancora una scarsa propensione all'export: solo il 10% esporta sul mercato europeo con quote, sul proprio prodotto, che solo nel 50% dei casi superano il 20%. Sono pochissimi i casi in cui si arriva ad esportare in Europa il 50% della produzione. Poche sono anche le cooperative che si avventurano sui mercati extra UE con percentuali di prodotto quasi sempre inferiori al 5%.
Questi pochi dati dimostrano come la presenza della cooperazione nei mercati esteri non solo possa, ma debba crescere per cogliere adeguatamente le opportunità che gli stessi possono offrire."
Attenzione al reddito dei produttori
Intervenendo all'Assemblea regionale, il presidente nazionale di Fedagri, Maurizio Gardini, ha affermato che "in presenza di una crisi dell'agricoltura così pesante è ora di interrompere corse solitarie per battaglie che non sono strategiche per il futuro dell'agroalimentare. Oggi abbiamo un solo vero problema che è il reddito dei produttori: l'agricoltura ha bisogno di risposte concrete che possono arrivare solo se riusciamo a adottare una strategia economica efficace". Tra le questioni più urgenti sulle quali Gardini ha auspicato convergenza, il rapporto con la Grande distribuzione organizzata, la diminuzione della burocrazia, la competitività delle imprese sul mercato nazionale e internazionale, l'aggregazione dell'offerta, il problema del dimensionamento delle imprese, la reciprocità del sistema di regole tra i diversi paesi produttori extra UE.
"Non è il tempo di abbandonarsi a sogni quali la possibilità che si arrivi nel nostro paese ad avere un'unica organizzazione di rappresentanza del mondo agricolo - ha proseguito il presidente di Fedagri-Confcooperative. "E anche rispetto all'ipotesi di pervenire ad una unificazione delle centrali cooperative, io ritengo che ci vogliano tempi lunghi per ottenere risultati concreti e duraturi: allora, invece di inseguire sogni, perché non favoriamo nell'immediato fusioni di cooperative di centrali diverse? Quando l'obiettivo è la tutela del reddito delle imprese, non possono esistere bandiere né pregiudiziali di natura ideologiche".
Per leggere le informazioni relative alle federazioni regionali di Fedagri/Confcooperative, collegati a www.fedagri.confcooperative.it
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Fonte: Fedagri Emilia-Romagna