La Commissione europea ha approvato un nuovo regolamento che rende obbligatoria l'etichettatura di origine per l'olio vergine ed extra vergine. "Le tradizioni agricole e le diverse pratiche di estrazione e miscelazione significa che gli oli di oliva possono essere decisamente differenti tra loro - ha spiegato il commissario all'Agricoltura Mariann Fischer Boel - per questa ragione e in linea con le norme di tracciabilità previste dalla regolamentazione alimentare europea è il momento giusto per introdurre l'etichettatura di origine obbligatoria. I consumatori meritano di conoscere quello che stanno acquistando ed i produttore devono essere in grado di utilizzare i propri metodi di produzione di qualità come strumento di marketing". Gli oli provenienti da un singolo Paese - specifica la nota della Commissione - porteranno il nome dello Stato membro, del paese terzo o della comunità. Le miscele saranno etichettate come "miscela di oli d'oliva comunitari" o " miscela di oli d'oliva non comunitari" o ancora "miscela di oli d'oliva comunitari e non", oppure informazioni equivalenti. Potranno essere utilizzati alcuni termini come "fruttato", "verde", "maturo", "mild" e "ben equilibrato", che sono stati recentemente definiti dal consiglio oleicolo internazionale. Queste regole si aggiungono a quelle per oli specifici che sono protetti nel quadro del sistema delle indicazioni geografiche ed hanno lo scop di offrire ulteriori garanzie ai consumatori che ciò che acquistano in un contenitore sigillato corrisponde alle loro preferenze ed aspettative.
 
"Siamo molto soddisfatti che la legge sull'etichettatura obbligatoria per l'olio d'oliva da oggi sia diventata legge europea. La consonanza tra la nostra politica e quella della commissaria europea all'Agricoltura viene confermata ancora una volta". Il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia commenta la notizia. "Abbiamo a disposizione uno strumento prezioso per difendere i nostri produttori di olio e per tutelare il made in Italy. L'obbligo di indicare in etichetta l'origine degli oli extravergini e vergini di oliva - spiega Zaia - è il risultato di una battaglia condotta con tenacia e convinzione". "La decisione, che entrerà in vigore dal prossimo primo luglio, è un passo importante nella difesa della qualità e della trasparenza - ha aggiunto il ministro - perché fornisce al consumatore la possibilità di distinguere il prodotto italiano dagli oli di oliva provenienti dagli altri paesi comunitari e non comunitari. D'ora in poi tutti sapranno esattamente cosa stanno comprando".
 
"La decisione dell'Unione europea apre la strada all'etichettatura trasparente per tutti i prodotti alimentari ancora anonimi, dal latte a lunga conservazione a tutti i formaggi, dalla carne di maiale a quella di coniglio ed agnello, dai succhi di frutta alle conserve vegetali". Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. "Con la con la storica svolta cadono gli ostacoli alle norme esistenti in Italia e alle iniziative del governo e del Parlamento a sostegno dell'obbligo di indicare il luogo di origine e provenienza della materia prima agricola utilizzata per gli alimenti. L'estensione dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'extravergine in tutti i paesi europei è - sottolinea Coldiretti - una risposta coerente alla necessità di combattere le truffe e di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatori".

"Un altro importante obiettivo per la tutela e la valorizzazione del made in Italy è stato raggiunto". Cosi' la Cia - Confederazione italiana agricoltori ha commentato l'annuncio. La Cia sostiene che la misura permette di "difendere il nostro olio d'oliva dalle falsificazioni, dall'assalto degli agropirati e dalle sofisticazioni. e cosi' anche il lavoro dei nostri produttori, che puntano da anni alla qualità, è pienamente valorizzato. Si tratta di un provvedimento importante, attraverso il quale si impedisce di ingannare i
consumatori vendendo come italiano un olio ricavato, invece, da miscugli diversi e soprattutto da olive provenienti da altri paesi. Un fenomeno molto diffuso e che ogni anno provoca al nostro settore olivicolo un danno superiore ai 500 milioni di euro".


"La legge avvia finalmente un percorso che potrà contribuire ad affermare la specificità dell'olio italiano e a garantire allo stesso tempo sicurezza e trasparenza ai consumatori". Il presidente di Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni ha così commentato. "Si tratta - ha detto - di un provvedimento di enorme valenza perché frutto di una condivisione politica a livello comunitario".
 
"La legge europea sull'etichettatura obbligatoria dell'olio d'oliva apre un'importante fase per il settore dell'olio di oliva italiano, dove l'identità nazionale sarà molto più esclusiva e potrà costituire un elemento di differenziazione più efficace rispetto al passato". Lo ha dichiarato Elia Fiorillo, presidente del Consorzio di garanzia dell'olio extra vergine di oliva di qualità e della Unasco. "Da oggi la misura permettera' di difendere il nostro olio d'oliva dalle falsificazioni - ha detto Fiorillo - dall'assalto degli agropirati e dalle sofisticazioni, che provocano al nostro settore danni incalcolabili".
 
Confagricoltura accoglie con soddisfazione la decisione della commissione europea. "E' questo - dichiara Confagricoltura - un ulteriore elemento nell'ottica della chiarezza e della competitività, che può consentire al nostro sistema paese di recuperare terreno sui mercati nazionali ed esteri, in un momento di forte crisi del settore. Occorrerà adesso avviare una adeguata campagna di informazione per consentire al consumatore una scelta consapevole, in un mercato dell'olio d'oliva finalmente piu' trasparente".
 
"E' senz'altro una buona notizia ed un passo in avanti per produttori e consumatori. Per i produttori si apre un'importante prospettiva per la valorizzazione del prodotto attraverso la chiara indicazione della sua identità, per i consumatori l'opportunità di poter scegliere in modo consapevole. Quanto deciso è un positivo riconoscimento politico, poiché l'Italia aveva già imboccato la via dell'indicazione d'origine in etichetta. Auspico che la certificazione della reale identità di un prodotto possa diffondersi in tutta la produzione agricola per competere sui mercati per caratteristiche pedoclimatiche, tradizione, tipicità". Lo ha detto Franco Verrascina, vicepresidente vicario della Copagri.