In quaranta pagine il documento ripercorre la storia normativa e produttiva del tipico formaggio a pasta filata di ben quattro province della Campania, del Basso Molise, del Basso Lazio e dell'Alta Puglia, fino all'epilogo della vicenda sulla tracciabilità di filiera, che sta contribuendo a riavvicinare le posizioni tra allevatori e trasformatori, anche grazie all'aumento del prezzo del latte.
Tra le proposte operative per dare ancora maggior forza alla filiera bufalina campana: il rafforzamento ulteriore della piattaforma informatica del Sian e gestita dall'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici, che oggi presiede alla tracciabilità del latte di bufala su tutto il territorio nazionale, la possibilità in futuro, nel quadro di un rafforzamento della filiera, di tutelare ancora di più il carattere dell'artigianalità del prodotto, con un ineludibile passaggio sull'obbligo di scrivere in etichetta tutti gli ingredienti anche per i prodotti non Dop, in modo da rafforzare indirettamente il prodotto tutelato, che deve però essere meglio conosciuto dal consumatore, verso il quale devono essere indirizzate campagne di educazione alimentare ad hoc.
"Per la prima volta - sottolinea Paolo Russo - il Parlamento nazionale si occupa di un prodotto che è la terza Dop d'Italia e la prima del Sud. E' questo il segnale della sensibilità verso i temi dell'agricoltura intesa come elemento di attrazione culturale che, quando praticata nel rispetto della tradizione, dei territori e del consumatore, rappresenta elemento di crescita economica e sociale".
"La risoluzione che la Camera ha approvato - aggiunge ancora il deputato campano - rappresenta il manifesto dell'Italia che così afferma il valore identitario di una pratica agricola dove a fare la differenza è il carattere artigianale e non la massificazione e l'omologazione tipiche del Nord Europa e che dovrebbe essere protagonista dell'accordo commerciale Ue-Stati Uniti: il Ttip".
L'approvazione dell'atto di indirizzo del Parlamento arriva a pochi giorni dall'assemblea del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, convocata per il primo luglio.
E proprio dal Consorzio giunge una nota di plauso: "La risoluzione approvata - sostiene Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop - è un decisivo passo in avanti nella tutela di un'eccellenza del made in Italy ed è una testimonianza dell'importante lavoro svolto da tutti gli attori della filiera bufalina".
"Il dossier sulla mozzarella di bufala campana - evidenzia ancora Russo - traccia una posizione netta rispetto all'utilizzo di latte congelato a tutto vantaggio di un disciplinare che nell'utilizzo entro 60 ore di latte proveniente dall'area Dop, trova il proprio punto di forza".
"Prevale così - specifica poi il relatore del documento - il modello tipicamente italiano del prodotto locale in grado di evocare territori e di assicurare genuinità e ricetta esclusiva. Questo non vuol dire sbarrare la strada ai mercati internazionali, ma lavorare ad una strategia che oltre a tutelare l'immagine del made in Italy nel mondo produca effetti benefici al turismo ed ai percorsi del buon cibo dentro contesti ricchi di attrazioni paesaggistiche, storiche ed artistiche".