Sostenere la capacità di aggregazione delle imprese del settore lattiero caseario lungo l'intera filiera per renderle più forti in vista dell'abolizione nel 2015 delle quote latte e la conseguente liberalizzazione del mercato. E' l'obiettivo del bando per il finanziamento di progetti di filiera, approvato dalla Regione Emilia-Romagna nell'ambito del Piano regionale di sviluppo rurale, che stanzia 19 milioni di risorse pubbliche e che metterà in moto un volume di investimenti calcolato intorno ai 50 milioni di euro. "Con questo bando – ha spiegato l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni – vogliamo unire ciò che il mercato tende a dividere. La condizione stessa per accedere ai finanziamenti è l'esistenza di un accordo per condividere insieme obiettivi di qualità e di efficienza, per creare più valore aggiunto sui mercati e ridistribuirlo in modo più equo all'interno della filiera, a vantaggio in particolare dei produttori che costituiscono l'anello debole della catena".

Ammodernamento delle imprese, ricerca precompetiva, innovazione di prodotto e di processo, formazione: questi gli interventi previsti dal bando. Per poter concorrere ai contributi le imprese interessate dovranno dunque unirsi intorno a un progetto comune, condividendo una serie di impegni reciproci e obiettivi. L'aggregazione dovrà coinvolgere imprese di produzione, trasformazione e potrà essere estesa anche a imprese di distribuzione e ad associazioni dei consumatori. Rabboni ha sottolineato come anche l'Unione europea si sta orientando verso il rafforzamento delle relazioni di filiera in vista della liberalizzazione delle quote latte dopo il 2015. Il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo de Castro ha infatti annunciato l'accordo su alcune misure quali la creazione di organismi interprofessionali per governare le relazioni tra agricoltura, industria e distribuzione; l'estensione al comparto del lattiero-caseario delle organizzazioni dei produttori e la possibilità per ciascun Stato membro di obbligare la contrattualizzazione del 45% della produzione. Tra le novità in arrivo dall'Europa per produzioni quali quella del Parmigiano Reggiano anche la possibilità per i Consorzi di regolare i volumi produttivi per evitare produzioni eccedentarie e il conseguente crollo dei prezzi.