La qualità del suino italiano e dei relativi prodotti Dop è in crisi per la concorrenza sleale proveniente dalle produzioni che arrivano dall’estero, soprattutto olandesi, tedesche e belghe, spesso anonimizzate ad arte sui mercati di vendita e trasformate in italiani (addirittura 'nostrani'), aiutate da una non corretta informazione alimentare fornita ai consumatori. Gli allevatori nazionali sono inoltre messi a dura prova anche da un carico burocratico aggiuntivo che sembra non toccare l’import.

“Per il Veneto, così come per l’Emilia Romagna e la Lombardia che sono il cuore produttivo della suinicoltura nazionale e delle sue produzioni di qualità – ha ribadito l’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzatoil problema sta diventando una questione di sopravvivenza, e con loro di sopravvivenza di prosciutti, sopresse e altri prodotti di qualità certificata Dop o Igp che fanno brillare il made in Italy”.

La realtà del settore e i numeri della contraffazione dei prodotti suini saranno al centro domani, giovedì 9 giugno, di una conferenza stampa in programma alle ore 10 all’Azienda Zonato Gianni di Montagnana (in via Stangon, 33), capoluogo storico del prosciutto crudo Dop Veneto Berico – Euganeo

All’incontro l’assessore Manzato ha voluto essere presente personalmente. Al suo fianco ci saranno anche il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, il sindaco Sandra Borghesan, i produttori e i suinetti allo stato brado, veri protagonisti e vittime di questa situazione.

“Una delle concause del mercato del prodotto suino tarocco – ha fatto presente Manzato – è l’assenza di etichettatura: è stata infatti approvata la legge che preveda l’indicazione dell’origine, ma manca un essenziale tassello supplementare al processo della tracciabilità: la chiarezza e la conoscenza della destinazione delle migliaia di tonnellate di spalle e cosce che valicano i confini del Nord-est”.