“Un fine giornata di paura –ricorda Uber Iori, presidente Progeo Mangimi- nel quale si è consumata in meno di un'ora una disgrazia che per fortuna non ha riguardato l'incolumità delle persone e neanche l'integrità delle strutture murarie o degli impianti. A sciogliersi sotto il peso di un enorme calore è stato il sistema nervoso dello stabilimento, con i computer ed i quadri elettrici, i chilometri di cavi che portavano gli ordini e l'energia alle macchine”. Da quel momento è ripartita la ricostruzione, a partire dalle cose più elementari: riabilitare la corrente elettrica, i telefoni, il sistema informatico amministrativo.
“La sera alle 22.00 –racconta Iori- erano state definite le linee organizzative di emergenza per riuscire ad assicurare le forniture di mangime a tutti i nostri clienti e per liberare lo stabilimento dal materiale bruciato ed avviare la ricostruzione. Nel volgere di poche ore la volontà di reagire e di non arrendersi ha preso il sopravvento sullo sconforto, generando energia e motivazioni insospettate. Ha così avuto inizio una fase di impegno straordinario di tutti i lavoratori di Progeo. Gli stessi soci e clienti hanno saputo portar pazienza per i ritardi ed i disagi che ne sono derivati, mostrandosi solidali con noi in questo difficile momento. Un grazie –continua il presidente di Progeo Mangimi- lo dobbiamo anche ai mangimifici che ci hanno aiutato producendo la quota di mangime che, nonostante gli sforzi, non riuscivano a fabbricare noi”.
“Con il 28 settembre –conclude Iori- è partita la ripresa: oggi possiamo contare sulle nostre forze nonostante occorrano ancora diversi mesi per tornare a pieno regime produttivo. La cooperativa, l'azienda mangimistica, seppur toccate non sono state piegate. I danni fisici dell'incendio saranno risarciti dall'assicurazione e, ciò che più conta, abbiamo conservato il bene più prezioso: il nostro mercato, i nostri clienti, a cui dedichiamo la missione aziendale”.
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Fonte: Progeo