Nei primi quattro mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo 2018, l'import ed export del settore cerealicolo italiano hanno fatto lo stesso percorso.
Calo dei quantitativi e aumento del valore associato. L'import in valore è cresciuto però più che proporzionalmente rispetto all'export (+7,1% pari a +127,6 milioni di euro per l'import, +5% pari a +55,7 milioni di euro per l'export), quindi il saldo valutario netto è peggiorato, passando dai 679,4 milioni del gennaio-aprile 2018 ai 751,3 del periodo dell'anno corrente.

Sul fronte delle importazioni, si riducono le quantità di grano tenero (-247mila tonnellate) e di orzo (-57mila tonnellate). Cresce il grano duro (+209mila tonnellate), così come i semi e frutti oleosi (+92mila tonnellate), con l'import tirato in particolare dai semi di soia.

Relativamente all'export, le riduzioni delle quantità sono costituite in particolare da cereali in granella (-80mila tonnellate) e al riso (-13.500 tonnellate). Aumentano invece le vendite all'estero di prodotti trasformati (+6,3%) e della pasta (+2,6%), oltre a mangimi a base cereali (+14%) e farina di grano tenero (+9,5%).