Peggiora il saldo della bilancia commerciale cerealicola nel primo trimestre 2016, in confronto allo stesso periodo del 2015. Il motivo principale è la crescita dell’import parallelamente a una frenata dell’export. Le importazioni sono infatti aumentate di 236mila tonnellate rispetto al primo trimestre 2015 (+13,1%).

La parte del leone la fanno il frumento tenero e duro (rispettivamente +167mila tonnellate e +71mila tonnellate) a fronte di una riduzione delle richieste di orzo (-15mila tonnellate), avena (-5700 tonnellate) e sorgo (-48mila tonnellate). Crescono anche le importazioni di riso (+33mila tonnellate), le farine proteiche (+14mila tonnellate) e i semi oleosi (+46mila tonnellate), mentre registrano una riduzione dell’import i prodotti trasformati/sostitutivi (-18mila tonnellate) . Sostanzialmente stabile il mais (-0,2%).

Sul fronte delle esportazioni il calo è stato di 15800 tonnellate rispetto allo stesso periodo 2015 (-1,4%). Cali per le spedizioni all’estero di paste alimentari (-4,7%), mangimi a base di cereali (-12,4%) e riso (-13,5%); cresce invece l’export di prodotti trasformati (+39mila pari a +20,4%) e della farina di grano tenero (+6%). Stabili invece le esportazioni totali dei cereali in granella e della semola di grano duro.

A livello di bilancia commerciale, la spesa per l’import si è attestata sui 1317,9 milioni di euro, mentre gli introiti da export sono stati di 846,6 milioni di euro. Il saldo valutario netto è quindi pari a -471,3 milioni di euro, contro i -450,3 milioni di euro nel 2015.