Fra le colture più interessanti per le rotazioni agronomiche vi è il colza, brassicace oleaginosa peraltro flessibile per epoche di semina e foriera di molteplici vantaggi anche in termini di controllo dei parassiti del terreno. Inoltre, permette anche di diversificare la composizione dei prodotti alla vendita, diminuendo il rischio di impresa rispetto all'approccio monocolturale.
Ciò consente all'agricoltore di avere un maggior agio nelle scelte economiche, potendo peraltro decidere di seminare questa oleaginosa in una finestra temporale che spazia da fine estate sino alle prime settimane di ottobre. In tal senso, la data della semina deve far sì che prima che subentrino i primi freddi intensi la coltura abbia raggiunto lo stadio di rosetta.
Per consentire le ottimali condizioni di partenza giova una buona disponibilità di nutrienti fin dalla germinazione. Quindi è importante apportare una corretta concimazione in pre semina affinché le radici della coltura trovino da subito un adeguato livello di fertilità, grazie anche alla loro spiccata capacità di esplorare il terreno.
Le esigenze nutrizionali del colza
Premesso che ogni situazione è caso a sé, in funzione dell'epoca di semina, della varietà prescelta e della fertilità intrinseca di ogni terreno, al colza servono per lo meno fra le 80 e le 120 unità di azoto per ettaro, elemento questo fondamentale per le rese. In alcuni casi queste dosi possono salire di alcune decine di unità per ettaro: scelta che però compete a chi abbia sott'occhio la coltura sin dalla semina e che conosca il terreno in cui è stata seminata.
Alle unità di azoto che si decide somministrare in pre semina vanno poi affiancate fra le 60 e le 80 unità di fosforo, da intendersi come P2O5, nonché da 60 a 100 unità di potassio (K2O). Questo è spesso già presente in molti dei terreni italiani, ma va comunque somministrato per bilanciare le asportazioni colturali. Infine, bene che vi sia un adeguato apporto anche di zolfo, elemento fondamentale per le brassicacee che deve essere somministrato in ragione di 40-60 unità per ettaro, da intendersi come SO3.
Insieme agli altri elementi necessari al primo sviluppo della coltura, la concimazione organo-minerale in presemina del colza apporta una prima quota di azoto, la quale è bene sia contenuta al fine di minimizzare le perdite per dilavamento dovute alle precipitazioni autunno-invernali.
Sul mercato sono disponibili prodotti contenenti dal 30 al 40% di sostanza organica, espressi come acidi umici e fulvici, ai quali sono abbinati i tre macroelementi e lo zolfo. In questi prodotti i quattro elementi sono bilanciati in diversi rapporti fra loro a seconda del prodotto (in Fertilgest® ne sono censiti 58), mettendo a disposizione dei tecnici un ricco ventaglio di scelta, da effettuarsi in base alle specifiche condizioni di campo.
Concimazione azotata del colza a fine inverno
A seguire, verso metà febbraio, quindi ancora in pieno inverno, e/o a metà di marzo, può essere effettuata una seconda ed eventualmente una terza somministrazione di azoto, a completamento della prima concimazione pre semina.
La scelta del momento, ovviamente, sarà in funzione dell'andamento climatico e dello stato della coltura. Questa può infatti presentarsi sufficientemente rigogliosa, consigliando prudenza nella somministrazione di azoto al fine di scongiurare lo stimolo all'emissione di nuove foglie da parte della coltura.
Dosi più alte vanno invece somministrate tempestivamente in caso la coltura si mostrasse poco sviluppata e poco rigogliosa. In questo caso una pronta disponibilità di azoto permette un recupero veloce dello stato ottimale.
Se la tempistica individuata è quella di febbraio, di solito la scelta cade sul solfato ammonico, mentre se si attende marzo è preferibile optare per il nitrato ammonico. Anche in tal caso, in Fertilgest® vi sono molteplici formulati atti a soddisfare le più disparate esigenze.
In caso però si ritenga necessario il doppio intervento, la dose complessiva di azoto di fine inverno è bene venga somministrata per il 40% circa nella prima concimazione, lasciando poi il restante 60% per la seconda.
Fertilgest® è un marchio registrato da Image Line® Srl Unipersonale
Disclaimer
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Fonte: AgroNotizie