Sempre più spesso si sente usare il termine "volatilità".
Riferita, ad esempio, al prezzo di un concime, significa che nel giro di pochissimo tempo (a volte anche di poche ore), ci sono variazioni di prezzo abbastanza significative. Ha poca attinenza con la situazione nazionale ma nella sola giornata di martedì 4 ottobre, il prezzo dell'urea granulare egiziana è dapprima sceso del 6% a causa delle poche vendite di settembre ma, non appena si è risvegliato l'interesse del mercato, non solo ha recuperato quel 6% ma è ulteriormente aumento di circa il 2%. E' facile intuire che si tratta di percentuali su cui si possono costruire piccole fortune così come si possono perdere centinaia di migliaia di euro su una nave da 10mila tonnellate. L'esempio estremo di quanto accade in meno di 24 ore serve per far comprendere quanto difficile sia la situazione ai livelli più alti della catena distributiva. A causa della volatilità e dei prezzi elevati, associati ad un rapporto di cambio euro/dollaro fortemente penalizzante per il Vecchio Continente, molte aziende europee produttrici di concimi minerali (azoto in particolare) sono state costrette a fermare le produzioni e ad approvvigionarsi all'estero sia di materie prime (acidi ed ammoniaca) sia di prodotti finiti (urea e nitrati), il tutto mentre importanti produttori mondiali di tutti e tre gli elementi nutritivi (Russia e Bielorussia) sono fortemente limitati nella loro attività.
Man mano che si scende lungo la catena distributiva, si stempera la volatilità ma restano i problemi di fondo che avranno inevitabili ripercussioni nel medio periodo.
A livello nazionale i prezzi sono relativamente stabili, addirittura qualche concime ha visto ridurre le sue quotazioni (18/46) ma lo scenario di inizio 2023 è a tinte fosche sia sul fronte prezzi sia in termini di disponibilità. Chiariamo subito che non mancheranno i concimi fondamentali e che sarà garantita la presenza di tutti gli elementi nutritivi, le criticità aumentano quando, invece, si tratta di concimi speciali, di prodotti destinati a colture ad alto reddito e, persino, di concimi idonei all'impiego su coltivazioni biologiche.
Relativamente a quest'ultimo comparto, ricordiamo che l'unica fonte di azoto è quello organico che non gode di un mercato globale come può essere quello dell'urea (se in Egitto costa troppo, la trovo in qualche altro paese più lontano), si tratta di produzioni nazionali che devono fare i conti con due grandi problemi.
Quello più facilmente percepibile è la bolletta: tutti gli impianti hanno bisogno di enormi quantità di elettricità e/o di gas e, in caso di crisi nazionale, potrebbero non essere ritenuti strategici al pari dell'industria del vetro o della ceramica. Più difficili da comprendere sono le difficoltà sociopolitiche collegate alle fonti di sostanza organica. Da tempo andiamo scrivendo che l'economia circolare non è uno slogan con cui "riempirsi la bocca", spesso da masticare assieme a Farm to Fork, quando si tratta di cose concrete le pastoie burocratiche tarpano le ali e rendono difficile persino la ricerca di materia prima.
L'azoto organico di origine animale è poco disponibile, le farine di carne scarseggiano anche per il calo dei consumi e lo stallatico trasformato vive stagioni altalenanti per problemi di varia natura (ambiente, salubrità, disponibilità). L'azoto da idrolizzati è in crisi vuoi per mancanza di materia prima (es. pellami) vuoi per i limiti imposti dalle norme (Ministeri Salute e Agricoltura). Le fonti vegetali sono scarse e le percentuali di azoto organico sono relativamente basse e, di conseguenza, costose in termini di unità fertilizzante. Impossibile parlare in Italia di nutrienti organici derivanti da rifiuti, fanghi, digestato, sottoprodotti: la presunzione di illeciti è più forte di qualsiasi spinta all'innovazione.
Chiudiamo, restando in tema di agricoltura biologica: una scure sta per abbattersi sugli agricoltori italiani. È presto per scendere in dettagli ma il registro dei fertilizzanti sta per essere rivisto e notevoli saranno le difficoltà per molti operatori, in particolare per gli stranieri. Avremo modo di parlarne.
Disclaimer
Le notizie del commento non possono essere utilizzate in trattative commerciali con il fornitore: i prezzi talvolta riportati si riferiscono alla quotazione per il medio/grande operatore commerciale (commerciante, Consorzio agrario, cooperativa).
Gli utilizzatori finali non devono commettere l'errore di "tradurre" i prezzi all'ingrosso in quotazioni al consumo credendo di poter fare i conti in tasca al loro fornitore. Il prezzo si riferisce a merce "franco partenza" e deve essere trasformato in "destino" aggiungendo il trasporto e considerando l'imballo (bancale, saccone).
I prezzi sono esenti da: Iva, Contributo Conai, quello per la sicurezza alimentare (laddove applicabile) e costi finanziari collegati a dilazioni di pagamento.
Le quotazioni non considerano i costi di magazzinaggio e consegna visto che sono relativamente rari i casi di concimi che vanno direttamente dal produttore/importatore al consumatore finale.
Invitiamo i lettori ad utilizzare le informazioni contenute nel report esclusivamente per ampliare le proprie conoscenze di mercato ed essere facilitati nel fare confronti e integrare quanto appreso da altre fonti.
Leggi tutti gli articoli nella rubrica "Concimi: informazioni e opportunità".
Chi fosse interessato ad approfondire i temi legati al mercato delle commodity per la nutrizione delle piante, può visitare SILC Informa.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: SILC Fertilizzanti