Difficilmente ci occupiamo di buone notizie, ma oggi vogliamo fare uno strappo alla regola unendoci ai colleghi che hanno celebrato l’ennesimo buon risultato italiano in materia di sicurezza alimentare.
Nella consueta presentazione dei risultati dei controlli ufficiali in materia di residui degli antiparassitari sulle derrate alimentari, l’Italia si conferma uno dei paesi più virtuosi in Europa. I controlli effettuati nel 2015 hanno evidenziato un livello di campioni irregolari pari all’1.4%, contro l’1.6% della media europea, anche se in netto peggioramento rispetto al fantastico risultato del 2014, con solo lo 0,5% di campioni irregolari (migliore dato delle serie storiche: 0,4% nel 2010).
Nella presentazione del ministero della Salute viene dato risalto alla notevole quota di irregolarità riscontrate su derrate alimentari importate, con un valore pari al 5.7% nel 2015. Considerato anche che un superamento dei limiti massimi di residui non necessariamente comporta un rischio per il consumatore, visto che da sempre viene applicato il cosiddetto “ALARA principle” (As Low As Reasonably Achievable: se non c’è ragione agronomica per livelli maggiori di residuo sulle derrate alimentari, anche se non fanno male, ma perché mai dovremmo concederli?), la situazione è molto rassicurante.
Occorre tuttavia non abbassare la guardia per non perdere una delle residue eccellenze nazionali che ancora ci differenzia da altri paesi mediterranei, che non hanno esitato a inondare mezza Europa con ortaggi trattati con principi attivi non autorizzati in Europa, e che continuano a farlo, spesso per contrastare fitofagi, come la Tuta absoluta, divenuta resistente a qualsiasi cosa.
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Fonte: Agronotizie