Il 30 aprile scorso si è conclusa la campagna cerealicola 2007/2008, che per Raimondo Ricci Bitti, presidente dell’Op Cereali Emilia Romagna “è stata caratterizzata da una buona partenza di mercato fino a settembre 2008 per poi veder crollare le quotazioni a capsa dell’immissione di prodotto dell’Est europeo, con cui si sono riempiti i vuoti d’offerta non coperti dal prodotto nazionale”.

Per Augusto Verlicchi, coordinatore commerciale dell’Op, “dopo una campagna di commercializzazione cereali 2007/08 che aveva visto un forte recupero dei prezzi di mercato, la commercializzazione nel 2008-09 è stata caratterizzata dalla riduzione del valore dei cereali con accentuazione nei primi mesi del 2009. Gli ultimi prezzi spuntati dal grano tenero a chiusura di questa campagna sono più bassi rispetto anche all’annata 2006-2007, mentre per il grano duro a fine campagna il prezzo medio è stato di circa 200€/Tn contro un valore di chiusura nel medesimo periodo di confronto di circa 190€/Tn. Per l’orzo la diminuzione di prezzo a fine campagna è stato rilevante, passando da 175€/Tn del 2006-07 a circa 130€/Tn di fine aprile 2009, periodo in cui anche il mais ha segnato prezzi bassi, circa 130€/Tn f.a.
"Nei mercati globalizzati e meno protetti le commodities risentono maggiormente dell’alternanza delle produzioni, della logistica, delle speculazione finanziarie e la nuova domanda energetica. Ciò influisce sulla volatilità dei prezzi rendendola una costante. Inoltre, nel 2008, le maggiori superfici investite e le condizioni climatiche positive in tutti gli areali hanno consentito una produzione cerealicola ottima, modificando gli equilibri di mercato e consentendo un lieve recupero nella ricostruzione delle scorte strategiche”.
 
 
Secondo l’Op Cereali Emilia Romagna, i principali avvenimenti accaduti nel 2008 sono stati: il raccolto abbondante di grano nella campagna appena conclusasi (687 milioni di tonnellate a fronte di una previsione iniziale di 640), i prezzi in calo dovuti anche ad un minor interesse dei mercati finanziari, le crisi economica e finanziaria con il conseguente rallentamento di tutte le economie, anche di quelle “emergenti” (Cina, India), l’incertezza sulle politiche di sostegno dei governi alle produzioni di bio-carburanti e l’interdipendenza dei cereali con le quotazioni del petrolio.
 
“In questo contesto - continua Ricci Bitti - ben si inquadra il segnale dato dal nuovo accordo quadro valido per la campagna 2008/2009 relativo la fornitura all’industria Barilla di 70.000 tonnellate di grano duro, provenienti esclusivamente dall’Emilia Romagna, accordo che vede tra i sottoscrittori l’intera filiera grano duro, il quale dà una risposta positiva al settore, con l’applicazione di un modello di integrazione tra agricoltura, industria ed Istituzioni, sviluppando la strategicità dei centri di stoccaggio, la programmazione tra i contraenti poiché è prevista l’adesione di almeno il 50% di produttori per mezzo o di contratto di coltivazione o del conto conferimento”.