L’industria italiana di biodiesel è già oggi in grado di garantire una produzione eccedente la domanda.

Lo ha sottolineato Raffaello Garofalo, segretario generale dell’Ebb - European biodiesel board, commentando il documento di previsione per le energie rinnovabili al 2020 inviato dal governo ai primi di febbraio alla Commissione europea.

Secondo l’analisi effettuata da Roma, a quella data il deficit nazionale di biocarburanti ammonterà a 2,9 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) contro l’1,1 Mtep delle altre fonti rinnovabili. Ma il dato, puntualizza Garofalo, deve essere riferito alla carenza di materie prime.

"Dal momento che in Italia alla produzione di biodiesel non viene dedicata una superficie sufficiente di terreni agricoli, le materie prime vengono importate necessariamente o dai paesi del nord Europa o dall’America Latina. D’altra parte, tuttavia, il comparto specializzato nella trasformazione delle colture energetiche in biocarburanti ha raggiunto uno sviluppo tale - spiega Garofalo - da soddisfare ampiamente la domanda".

Lo dimostrano i dati del 2009: a fronte di una capacità produttiva di quasi 2 milioni di tonnellate di biodiesel (per l’esattezza 1.910.000 tonnellate), il consumo è stato solo di 595 mila tonnellate. Ciò significa la produzione di carburanti verdi garantita dall’industria italiana non dovrebbe in futuro pesare in modo consistente sulle importazioni di biocarburanti come prodotto finito.