La mostra dedicata alla canapa - la più grande del Sud Italia secondo l’associazione organizzatrice Canapa in Mostra - ha accolto nei padiglioni del polo fieristico del capoluogo napoletano più di cento espositori nazionali ed internazionali che hanno incontrato oltre 9000 visitatori provenienti da tutta Italia e dall’estero. Selezionatori di seme, imprese che trasformano la fibra tessile, enti di ricerca ed organizzazioni professionali agricole hanno animato la tre giorni napoletana.
Sul piatto una scommessa: tornare alla canapa in nome dei nuovi materiali, della fibra tessile, ma anche del food con farina e olio.
Lo stand di Confcooperative Campania ha ospitato la cooperativa “Campanapa” - che partendo dai territori di Benevento e di Caserta, si sta specializzando nella filiera della canapa.
“Quest’anno abbiamo deciso di essere presenti a Canapa in mostra con la nostra cooperativa “Campanapa”, che sta dedicando grandi energie al recupero della coltivazione della canapa e alla conversione della filiera del tabacco in quella della canapa. Un’azione che guarda al futuro e rispetto alla quale stiamo recuperando il tempo perduto" dice Alfonso Di Massa, presidente Fedagri-Confcooperative Campania.
“La Cannabis sativa possiede enormi potenzialità e infinite applicazioni nel settore artigianale, alimentare, industriale, tessile, farmaceutico e cosmetico – sottolinea Di Massa, che segnala - e lentamente si sta invertendo la tendenza con la creazione di strumenti, di centri di trasformazione del prodotto e di momenti di relazione tra gli addetti ai lavori come questa fiera. Ci auguriamo che attraverso il sostegno delle istituzioni questo comparto così innovativo trovi la sua fortuna, con un rovesciamento positivo del trend occupazionale”.
Ma in tutto il Mezzogiorno è attivo un solo sito di prima trasformazione della materia prima in fibra tessile ed è della South Hemp Tecno di Crispiano (Taranto). Rachele Invernizzi, amministratrice dell’azienda pugliese conferma ad AgroNotizie: “Ci giunge canapa grezza da tutte le regioni del Mezzogiorno, isole comprese, e dell’Italia centrale e siamo in forte crescita”.
In Campania, secondo Domenico Cerrato, ricercatore del Crea Frc di Caserta, “Sono stati messi a coltura nell’ultima campagna circa 200 ettari con canapa a fronte di 2070 ettari investiti complessivamente in Italia”. Ma il potenziale è molto più elevato, se si considera l’abbondanza di aree vocate in Campania: "Terreni che consentono rese agrarie doppie rispetto al Nord Italia" riporta Cerrato.
“A scoraggiare gli investimenti in canapa al Sud è oggi la lontananza dei centri di prima trasformazione, che fanno lievitare i costi di produzione – spiega Mario Schiavone, assessore alle attività produttive di Casal di Principe, nel casertano – Non a caso la nostra amministrazione ha presentato a regione Campania, nel quadro degli investimenti ambientali del Piano operativo regionale per il risanamento di alcune aree un tempo coperte da discariche, il progetto di un centro di prima trasformazione della canapa, in modo da incentivare la coltivazione locale sia a fini di bonifica dei terreni che per ottenere fibra”.
E stando agli umori registrati in fiera da AgroNotizie, ad attendere un sito di prima trasformazione della canapa più a portata di mano, che possa offrire una fibra da rocchetto, sono anche le aziende tessili della Campania, che stanno riscoprendo la canapa come fibra nobile per la tessitura di biancheria e abiti.
Gli ingredienti per il rilancio della canapa al Sud sembrano esserci tutti, peccato che gli aiuti finanziari alla coltivazione siano scarsi: limitati dalla formula del de minimis. In compenso, un investimento in Cannabis sativa può arrivare ad esitare sul mercato un prezzo da 1350 euro ad ettaro.