Con circa 85.000 tonnellate di produzione nel 2014, che rappresentano l'11% del totale, l'Italia si colloca al secondo posto nella classifica della produzione corilicola mondiale. Al primo posto c'è la Turchia, che controlla il 68% dell'offerta globale e che conta di aumentare ulteriormente la propria produzione. I dati sono emersi al confronto "Nocciolo, economia di un territorio", che si è svolto lo scorso 13 giugno a Cherasco, organizzato dalla Confagricoltura di Cuneo, presieduta da Oreste Massimino, in collaborazione con l'associazione dei produttori Ascopiemonte e Piemonte Asprocor. Erano presenti, tra gli altri, il viceministro delle Politiche agricole Andrea Olivero e l'europarlamentare Alberto Cirio.

L'incontro tecnico, giunto alla seconda edizione, ha visto la partecipazione di oltre 500 persone e sta diventando il punto di riferimento nazionale in materia di corilicoltura. Per il presidente della Federazione nazionale di prodotto della frutta in guscio di Confagricoltura Giuseppe Russo "considerato il trend positivo dei consumi sarebbe auspicabile l'incremento delle superfici produttive, sia nei territori delle aree storicamente vocate, sia in quelli che potenzialmente potrebbero diventarlo. L'agricoltura e in generale il comparto della frutta in guscio rappresentano una grande occasione di rilancio dell'economia delle aree interne".

Il rappresentante del ministero dell'Economia della Turchia Nizamettin Dogan Güne ha annunciato che il suo Paese presta grande attenzione all'evoluzione del comparto e intende investire risorse considerevoli per lo sviluppo della corilicoltura. “Nei prossimi otto anni - ha detto - contiamo di portare a 350.000 tonnellate l'export di prodotto sgusciato".

Il direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio, intervenendo ai lavori, ha confermato ai dirigenti della multinazionale dolciaria Ferrero la disponibilità del mondo produttivo "a consolidare le relazioni commerciali in atto, al fine di giungere a una migliore integrazione dei rapporti di filiera, nell'interesse dei produttori, dei consumatori e dell'economia del territorio".

"Il nostro Paese - ha concluso Giuseppe Russo - ha bisogno di definire una strategia nazionale che tenga conto dell'evoluzione del settore. Ora più che mai è necessario un coordinamento che sia in grado di dare un indirizzo chiaro e che coinvolga tutta la filiera: dalle imprese agricole a quelle della trasformazione dal mondo della ricerca al settore del vivaismo, alle Regioni, anche in vista dell'apertura dei bandi dei Psr".